Striscia attore compra patente e rischia due anni di galera per corruzione
Striscia la Notizia torna nuova alla ribalta della cronaca per un caso che susciterà non poche polemiche.
Il giornale satirico diretto da Ricci ha scoperto qualche tempo fa grazie all’inviato Brumotti che a Torino c’era un giro di patenti facili.
Proprietari di autoscuole erano facilmente corruttibili e dietro una lauta tangente riuscivano a far promuovere anche chi non era effettivamente preparato.
Così la redazione di Striscia decise di ingaggiare un attore che serviva per smascherare il giro di tangenti.
Un attore ingaggiato dal popolare programma di “Striscia la Notizia” rischia due anni di carcere per aver cercato di corrompere un proprietario di una autoscuola.
L’uomo fu ingaggiato da Striscia per fare in modo che chiedesse di ottenere la patente “C” molto più facilmente del previsto versando una mazzetta.
L’indagine da parte di Striscia la Notizia partì in seguito ad alcune segnalazioni di diversi utenti che denunciavano che a Torino c’erano della autoscuole dove si poteva ottenere, versando una tangente, molto facilmente la patente “c”.
Del giro di patente facili se ne occupò Vittorio Brumotti, che non risulta essere indagato nel processo “patente facili” che si sta svolgendo a Torino.
La redazione contattò un uomo di Settimo Torinese che si rese disponibile a essere il “gancio” dell’inchiesta ed a offrire una mazzetta ad un proprietario di un’autoscuola per passare facilmente gli esami per la patente “C”.
L’attore il giorno degli esami sbagliò appositamente 9 dei dieci quiz che gli erano stati sottoposti ma anche se doveva risultare inidoneo fu promosso ed ottenne la patente.
Dell’accaduto fu prontamente avvisata la polizia che intervenne.
Nel processo che si sta svolgendo a Torino sulle “patenti facili” oltre ad essere imputati i gestori di alcune autoscuole guida è imputato anche l’attore di Striscia la Notizia per il reato di “corruzione”.
Il legale difensore Antonio Mencobello dell’attore ingaggiato da Striscia ha rilasciato le seguenti dichiarazioni sulla vicenda: “L’unico problema di questa storia è che il mio assistito, una volta che le forze dell’ordine furono informate, sostenne anche la prova pratica di guida. Avrebbe dovuto rifiutarsi. Ma in questo modo avrebbe rovinato le indagini e il servizio. In ogni caso, non c’è corruzione perché non c’è il dolo”.
Il Pubblico Ministero del Processo, Andrea Padalino ritiene che nella condotta dell’attore di Striscia ci sono i presupposti per riavvisare il reato di corruzione.
Il processo si concluderà probabilmente il prossimo 24 novembre con la lettura delle sentenza da parte dei giudici.