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Cambio orario dei medici, blocco dei turni massacranti ma ospedali in crisi

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Una decisione quella del cambio degli orari dei medici che potrebbe influire non poco su parecchie persone che hanno bisogno di cure e sono ricoverate presso i plessi ospedalieri italiani.

I medici non potranno più svolgere gli orari attuali ma dovranno adeguarsi ai nuovi orari previsti dalla comunità Europea e decisi dalla commissione sanità già  nel 2003.

L’Italia, purtroppo per i pazienti,  si deve sempre adeguare presto o tardi alle normative europee.

Il prossimo 25 novembre per mettere in atto una normativa europea cambierà l’orario di tutti i medici che prestano il loro servizio in ospedale.

I medici non potranno più essere sottoposti ad orari massacranti ed avere poche ore di riposo ma dovranno lavorare al massimo 48 ore ogni settimana.

Per i medici si prepara dunque una rivoluzione che riguarderà tutta l’Italia dalla Valle d’Aosta alla Sicilia.

I medici potranno lavorare interrottamente per un turno massimo di 13 ore e invece delle 8 ore di riposo fino ad ora previste dal prossimo 25 novembre saranno in totale 11 le ore minime di riposo.

La normativa è stata disposta dalla comunità europea per rendere più “umani” gli orari dei medici e per garantire al paziente che il personale medico sia sempre lucido e riposato.

In Italia però molti ospedali con il nuovo orario inizieranno ad avere dei buchi paurosi.

Parecchi ospedali presenti nella penisola italiana si trovano spesso in affanno non avendo il numero dei medici necessario per coprire tutti i turni.

I medici sono sottoposti a degli orari molto massacranti.

Le assunzioni sono bloccate dal governo italiano da tempo e l’organico dei medici in parecchie regioni italiane è sottodimensionato.

Il grande disagio dei nuovi orari che entreranno in vigore il prossimo 25 novembre provocherà problemi in particolare nei plessi ospedalieri di alcune molto popolose regioni italiane come Lazio, Campania, Molise e Calabria.

I sindacati del settore medico ritengono che per far fronte ai nuovi turni ci sarebbe bisogno di assumere un numero elevatissimo di medici, più di 5 mila unità.

La normativa europea che prescrive il nuovo orario per i medici è già in vigore nel resto d’Europa da dodici anni.

Fino ad ora non era obbligatorio per l’Italia adeguarsi perché i medici erano stati assunti come dirigenti.

Nel settore ospedaliero i dirigenti hanno la facoltà di fare l’orario che vogliano senza bisogno di timbrare il cartellino.

 

Ma la comunità europea alla fine se ne accorta del meccanismo tutto italiano studiato per aggirare la normativa ed ha imposto all’Italia di adeguarsi subito alle disposizioni già in vigore da dodici anni.

Le nuove disposizioni prevedono che i plessi ospedalieri che non si adeguano possono essere passibili di sanzioni molto onerose.

Inoltre i medici potrebbero presentare un maxi ricorso nei confronti dello Stato Italiano per la mancata retribuzione delle ore in più dal 2003 ad oggi.

Sembrerebbe che i medici stiano pensando seriamente a presentare il ricorso contro lo Stato.

Secondo i calcoli se fosse presentato un ricorso per il pagamento degli orari non retribuiti dal 2003 ad oggi da parte dei medici lo Stato potrebbe pagare una cifra pari a 3 miliardi di euro.

Carlo Palermo uno dei massi dirigenti della Anaao-Assomed ha così commentato i nuovi orari dei medici che entreranno in vigore dal prossimo 25 novembre: “Senza assumere altri colleghi sarà difficile rispettare la normativa europea sui riposi, e si rischiano le ispezioni della Direzione territoriale del lavoro.  Non bisogna dimenticare anche i rischi che i colleghi costretti a fare turni più lunghi di quelli previsti dalle nuove regole, potrebbero correre in caso di errori e danni ai pazienti. Avranno la copertura assicurativa se hanno lavorato più di quanto stabilito?”.