Una sanguinosa fuga di un ergastolano è avvenuta questa mattina all’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce.
Fabio Perrone di 42 anni, condannato all’ergastolo per aver assassinato un uomo il 28 marzo dell’anno scorso a Trepuzzi un grosso centro del Salento, era stato scortato al plesso ospedaliero Vito Fazio da due agenti della polizia penitenziaria.
L’ergastolano doveva essere sottoposto ad esame di colonscopia.
Pochi attimi prima di essere sottoposto all’esame gli agenti delle polizia penitenziaria hanno tolto le manette dai polsi ed il malvivente, in un lampo, si è impossessato della pistola di uno dei due agenti della polizia penitenziaria ed ha iniziato a sparare.
L’uomo e le guardie carcerarie erano al terzo piano del plesso ospedaliero di Lecce quando l’ergastolano è entrato in possesso della pistola della guardia carceraria ed ha iniziato a sparare all’impazzata.
Il malvivente ha sparato dai 10 ai 15 colpi di pistola ed ha ferito uno delle due guardie carcerarie e un anziano paziente che era in attesa di essere sottoposto anch’esso ad un esame medico.
L’uomo è riuscito a scappare e a raggiungere il parcheggio dell’ospedale dove si è impossessato di un’auto, una Toyota Yaris, puntando l’arma al capo di una donna che era la proprietaria del veicolo.
Una volta al volante Fabio Perrone ha spinto sull’acceleratore ed ha travolto il vigilante che era a guardia della barriera d’ingresso dell’ospedale.
L’allarme dell’evasione dell’ergastolano è stato subito dato dall’agente di custodia penitenziaria che è rimasto miracolosamente illeso nella sparatoria.
In tutto il Salento sono stati istituiti dei posti di blocco ma al momento non si hanno notizie dell’ergastolano fuggito dall’ospedale “Vito Fazio” di Lecce.
Nelle ricerche di Fabio Perrone sono impegnate sia carabinieri che la polizia.
E’ in atto forse la più grande caccia all’uomo che ci sia mai stata in tutta la Puglia.
In particolare le forze dell’ordine stanno perquisendo in queste ore il nord del Salento, zona che prima di essere arrestato e condannato era molto frequentata da Fabio Perrone.
Sono in corso anche diversi interrogatori.
Dal Pubblico Ministero di turno sono state sentite tutte le persone che erano presenti al terzo piano dell’ospedale Vito Fazio stamattina che hanno assistito alla sparatoria.
Sono state sentite anche le tre persone ferite in modo lieve dall’ergastolano, un agente penitenziario, il vigilante e il paziente che era in attesa di svolgere un esame.
La guardia penitenziaria ferita è stata trasportata in ospedale dove ha subito un intervento chirurgico per l’esportazione della pallottola che si era conficcata nella coscia.
A coordinare le operazioni di ricerca dell’evaso è il procuratore antimafia Antonio De Donno.
Sembrerebbe che gli ultimi avvistamenti di Fabio Perrone siano avvenuti a Torchiarolo, un paesino che si trova al limite di due provincie, quelle di Lecce e quella di Brindisi.
Quella che si appresta a venire per le forze dell’ordine del Salento sarà una lunga notte alla ricerca di un killer spietato che non ha paura ad utilizzare la pistola.
Fabio Perrone nelle prime ore del 29 marzo del 2014 non ebbe pietà di un uomo, Fatmin Makovic, di origini montenegrine con il quale qualche giorno prima aveva litigato per dei futili motivi.
Il Perrone sparò contro Fatmin Makovic l’intero caricatore della sua pistola.
Fatmir Makovic riuscì a difendere con il suo corpo il figlio 16enne che sarebbe stato ucciso dai tanti colpi sparati dal Perrone.
L’agente ferito al polpaccio è in prognosi riservata ma non corre pericoli, secondo i medici l’uomo guarirà dopo 30 giorni di medicazioni e di cure.
Secondo alcuni investigatori Perrone potrebbe aver deciso da tempo di evadere e pianificato la sua fuga.
Ad attenderlo e a fornirgli la copertura necessaria forse c’era un complice.