Il virus influenzale ha già colpito in Italia quasi 200mila persone, precisamente 193.200.
I dati sono stati forniti dalla rete Influnet che è stata istituita dall’Istituto Superiore della Sanità che ha iniziato a monitorare il virus dagli inizi del mese di ottobre.
Solo nella settimana dal 9 al 15 novembre sono stati più di 47 mila le persone colpite dall’influenza.
L’Istituto Superiore della Sanità ha reso noto che il numero delle persone colpite dal virus influenzale in tutte le regioni italiane è al di sotto della media degli anni scorsi tranne che in Basilicata.
Secondo i dati forniti da Influnet i più colpiti risultano essere, i bambini in particolare quelli compresi nella fascia di età tra gli 0 e i 4 anni.
Il Professor Fabrizio Ernesto Pregliasco, docente universitario e noto virologo, ha così commentato i dati forniti dall’Istituto Superiore della Sanità: “Si tratta di valori in crescita, ma assolutamente in linea con gli scorsi anni. Un brusco calo delle temperature potrebbe portare, complici gli sbalzi termici, una maggiore diffusione delle sindromi para-influenzali da un lato e dall’altro di spingere ad approcciarsi alla vaccinazioni”.
Gli esperti ritengono che il picco influenzale si avrà durante i primi giorni di gennaio quando saranno due milioni gli italiani costretti a stare a letto con la febbre alta per almeno tre giorni.
Bisogna prestare molta attenzione ai bambini e agli anziani.
Per i bambini piccoli secondo i medici bisogna misurare la febbre con un termometro digitale solo ed esclusivamente sotto le ascelle e seguire attentamente le prescrizioni dei pediatri.
Il professor Maurizio de Marino ha chiarito come sia importante per l’uomo l’influenza: “La febbre esiste negli animali da 40 milioni di anni. Quando un fenomeno biologico è mantenuto a lungo in tutte le specie vuol dire che è indispensabile per la sopravvivenza. E la febbre lo è, perché a temperatura febbrile funzionano meglio i meccanismi immunologici e funzionano peggio virus e batteri”.