Dopo gli attentati del 13 novembre che hanno provato la morte a Parigi di 130 persone arriva un’altra terribile notizia sempre dalla Siria.
Una ragazza di soli 17 anni è stata massacrata di botte e uccisa perchè aveva deciso di fuggire dall’Isis e di tornare a casa in Austria.
Due adolescenti o poco più, due ragazze belle e simpatiche, Sabra Kesonovic e Sabina Selimovic, rispettivamente di 17 e 16 anni, poco meno di due anni fa, nel mese di aprile 2014 presero una decisione decisamente difficile per la loro età, entrambe decisero di lasciare il loro paese, l’Austria e di far parte dello Stato Islamico.
Quelle due ragazze, però, non sapevano che in quel momento stavano firmando la loro condanna a morte.
Poco dopo tempo, evidentemente resisi conto di conto di cosa significasse sul serio far parte dello stato islamico, avevano deciso di far rientro nel loro paese e così, Sabra la ragazza più grande delle due, di 17 anni ha provato a scappare da Raqqa che è la capitale dello Stato Islamico in Siria ma, raggiunta in brevissimo tempo da chi aveva deciso che doveva rimanere lì, è stata picchiata fino a perdere la vita.
Questo è ciò che riporta la stampa austriaca che afferma anche che l’altra ragazza, quella più piccola di sedici anni sarebbe, morta durante un combattimento.
A dare ancora più credito alla notizia che Sabra sia morta è intervenuta anche donna tunisina che, pare, abbia condiviso diversi mesi di vita con le due ragazze ma che però è riuscita nel suo intento, quello di scappare.
ll ministero degli Esteri, Thomas Schnöll non ha voluto confermare tale notizia della morte delle due ragazze e ha così dichiarato:«Non possiamo commentare casi individuali».
Le due adolescenti avevano preso la decisione di abbandonare il loro paese, l’Austria e di abbracciare la fede di Allah dopo aver conosciuto il predicatore islamico bosniaco Mirsad O, che è più famoso con il nome Abu Tejda, andando spesso in una moschea a Vienna.
Ora Mirsad O, che è più famoso con il nome Abu Tejda, è stato arrestato con l’accusa di far parte di una rete che finanziava il terrorismo.
Le ragazze poco prima di lasciare l’Austria avevano scritto un biglietto ai loro cari: «Non cercateci. Serviremo Allah e moriremo per lui».
Poco dopo la partenza qualche volta si erano fatte sentire dalle rispettive famiglie asserendo di stare bene ma, successivamente, nei contatti rarissimi con le loro famiglie cominciavano a lamentare stanchezza per la vita che conducevano.
Fino a perdere la vita.