Dalle ultime notizie provenienti da Igarka, città dove sono ricoverate le persone vittime dello schianto di un elicottero in Siberia, il numero delle vittime è salito a 15.
Lo schianto è avvenuto quando in Italia erano le 5,00 di mattina dopo soli 15 minuti di volo a 10 chilometri di distanza dalla città di Igarka da dove l’elicottero era decollato.
Le autorità locali hanno confermato che il pilota ha cercato invano un atterraggio di emergenza sulle rive del fiume Ienissey.
Un’altra tragedia è avvenuta in Russia dove un elicottero che trasportava alcuni operai di un’azienda petrolifera è precipitato.
Lo spaventoso incidente è avvenuto nell’impervia regione della Siberia ed ha provocato, secondo le fonti russe, il decesso di 12 persone.
Altri 10 passeggeri sono stati soccorsi e sono ricoverati in gravissime condizioni in un plesso ospedaliero vicino al luogo dell’ennesimo disastro aereo.
L’elicottero era un Mi-8 e per cause ancora accertate si è schiantato al suolo a soli due chilometri dalla destinazione, un grosso impianto petrolifero che si trova nella Siberia orientale.
Secondo le prime frammentarie ricostruzioni a provocare lo schianto potrebbe essere stato un guasto meccanico.
Le autorità locali, in queste ore, stanno continuando ad investigare per comprendere quale sia stato il reale motivo dell’incidente anche perché gli inquirenti non hanno ancora escluso che possa essersi trattato di un errore umano.
L’elicottero era partito da Igarka, una piccola città Russa di soli 7 mila abitanti che si trova a Kraj una regione della Siberia.
Delle dodici persone che sono morte in seguito allo schianto 9 sono operai e tre facevano parte dell’equipaggio.
Le dieci persone che sono in gravissime condizioni sono state prima soccorse sul luogo dove è successo lo schianto e poi trasportate all’ospedale di Igarka.
Sembrerebbe che una persona non sia stata ancora estratta dalle lamiere dell’elicottero.
Il pilota o per un malore o dopo di essersi accorto di un guasto del velivolo ha cercato di effettuare un atterraggio di emergenza nelle vicinanze della riva del fiume Yenisei.
L’impianto petrolifero dove erano diretti i lavoratori si trova nei pressi di Vankor ed è un giacimento di proprietà della Rosneft, una della società più ricche russe che controlla l’estrazione e il trasporto di petrolio in tutta la Russia.