Sembra che un professore abbia deciso, all’improvviso, di modificare il suo aspetto e di presentarsi ad una lezione travestito da donna.
L’accaduto ha suscitato non poche polemiche e i genitori degli alunni hanno chiesto spiegazioni alla dirigenza della scuola e alle istituzioni locali e regionali.
Un professore di eduzione fisica sarebbe entrato in classe “con una minigonna, tacchi a spillo, seno finto e una parrucca bionda” ed avrebbe chiesto ai suoi alunni di chiamarlo da ora in poi Cloe.
A rendere nota la vicende è stata l’assessore all’istruzione della Regione Veneto Elena Donazzan che ha raccontato l’accaduto con un post su Facebook.
L’assessore ha ricevuto una lettera di un alunno della scuola dove sarebbe avvenuto l’evento e avrebbe deciso di renderla nota tramite i social.
Elena Donazzan ha subito disposto un controllo sull’accaduto inviando alcuni ispettori nella scuola indicata dal genitore dell’alunno.
Secondo quanto indicato nella lettera denuncia del genitore l’evento sarebbe avvenuto venerdì scorso nel corso dell’ultima ora di lezione all’Istituto Scarpa-Mattei di San Donà di Piave.
Gli alunni, che si sono visti arrivare il professore travestito, frequentano nell’istituto la prima di agraria.
I dirigenti dell’istituto, informati dell’accaduto, hanno subito aperto un’inchiesta interna ed hanno disposto delle audizioni per sentire testimonianze ed anche il professore direttamente interessato.
Il professore di fisica che si è presentato travestito agli alunni della prima di agraria il 27 novembre scorso secondo quanto scritto dalla lettera “”Appena notato e riconosciuto dai ragazzi avrebbe detto di essere entrato in ruolo, aggiungendo ‘chiamatemi Cloe'”.
Il docente ha anche spiegato il perché della trasformazione affermando che: “lo desideravo da quando avevo 5 anni. L’ho fatto adesso perché sono diventato/a finalmente di ruolo”.
Secondo quanto raccontato dalla lettera inviata da un genitore all’assessore regionale dell’istruzione della regione Veneto una alunna, quando ha visto il professore travestito, si è sentita male.
Elena Donazzan alla fine della lettera ha postato anche le sue dichiarazioni sull’evento affermando che: “Non entro nella sfera sessuale delle persone. Sono aspetti privati e personali sulle quali nessuno ha diritto di entrare, ma quando uno va ad insegnare in una scuola statale e si presenta peraltro a dei minorenni in questo modo, di fatto tutto diventa pubblico e sono d’obbligo chiarimenti prima e indagini ed eventuali sanzioni poi: sarò inflessibile”.