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Riforma pensioni 2014: ultime novità e sviluppi proposta Giovannini esodati lavoratori precoci

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Si può certo dire che il 2014 nell’abito del sistema pensionistico sia iniziato con il botto.

Ad agitare subito le acque nel nuovo anno ci ha pensato il massimo responsabile del dicastero del lavoro dell’esecutivo letta e cioè il Ministro del Welfare, Enrico Giovannini, che ha lanciato la sua proposta del “prestito pensionistico”.

La lodevole iniziative del Ministro ha ricevuto subito i pareri favorevoli di altri autorevoli dicasteri dell’esecutivo Letta come quello del tesoro e dell’economia.

Lo scopo del “prestito pensionistico” è quello di innescare il tanto atteso ricambio generazionale che da anni è fermo nel nostro paese.

Il ricambio generazionale determinerebbe il raggiungimento di due obbiettivi: il primo dare la possibilità alle persone che hanno raggiunto il massimo dei contributi di andare in pensione ed ai disoccupati o ai giovani alla ricerca della prima esperienza lavorativa di poter aspirare di occupare il posto lasciato vacante dall’ex lavoratore andato in pensione.

Il “prestito pensionistico” prevede che il lavoratore o chi si trova senza lavoro all’età di sessantadue anni ed ha raggiunto i trentacinque anni di contributo possa richiede il prepensionamento sotto forma appunto del “prestito pensionistico” dimettendosi dal lavoro e ricevendo dall’Inps dall’85 al 90% della rendita pensionistica maturata.

Al raggiungimento dell’età prevista, che ricordiamo nel nuovo sistema pensionistico delle riforma Fornero, è di minimo sessantasei anni il neo pensionato riceverà la pensione spettante decurtata dall’8 al 10% per la restituzione del “prestito pensionistico” usufruito.

L’accesso al “prestito pensionistico” non sarà obbligatorio ma facoltativo e potranno accedere i lavoratori delle imprese private e i disoccupati.

Il nuovo progetto di Giovannini non modifica nulla della esistente riforma pensionistica della Fornero ma è stato definito dallo stesso ministro come uno strumento aggiuntivo.

Affinchè la proposta del “prestito pensionistico” vada in porto c’è bisogno prima del placet delle parti sociali e poi del Consiglio dei Ministri.

Al prestito pensionistico potranno aderire categorie come i lavoratori usuranti e precoci che sono state fortemente penalizzate dalla riforma pensione che pur avendo raggiunto il massimo dei contributi ed aver iniziato a lavorare già durante l’adolescenza come i lavoratori precoci od aver svolto mansioni molto logoranti come i lavoratori usuranti come turni di notte, o lavorazioni molto faticose, non posso al momento andare in pensione per non aver raggiunto il requisito di sessanta sei anni di età.

Altra categoria che con il prestito pensionistico cesserebbe di esistere sono gli esodati che al compimento del sessantaduesimo anno di età potranno richiedere l’accesso al prepensionamento senza rimanere, come avviene attualmente, privi di lavoro e di pensione.