Leucemia scoperta una nuova terapia che combatte la malattia
Una scoperta sensazionale che potrebbe garantire una maggiore sopravvivenza per le persone che hanno contratto una delle malattie più gravi che esistono, la leucemia.
La scoperta è stata fatta da un team di ricercatori tra cui l’italiana Francesca Bonifazi. Gli studiosi hanno scoperto una terapia che può ridurre di molto le complicazioni post operatorie derivanti dal trapianto di cellule staminali ai malati di leucemia.
Una terapia ritenuta essenziale che può salvare la vita di molte persone che hanno contratto la leucemia.
Ancora una volta la ricerca italiana sale agli onori della cronaca per un’importante scoperta nel campo della medicina. La dottoressa Francesca Bonifazi è riuscita a scoprire una terapia che previene le complicazioni post trapianto delle cellule staminali nelle persone che hanno contratto la leucemia.
La dottoressa Francesca Bonifazi ha condotto la ricerca con due altri studiosi di nazionalità spagnola e tedesca. Con l’interessantissima scoperta da parte del team di ricercatori europei i rischi post trapianto di cellule staminali per i malati di leucemia sono diminuiti dall’altissima percentuale di 68,7% a quella molto più bassa del 32,2%.
La ricercatrice italiana ha spiegato in cosa è consistita la ricerca: “Quando avviene il trapianto, nel paziente viene trasferito per via endovenosa anche il sistema immunitario del donatore, i suoi linfociti. Il paradosso è che questi linfociti da un lato combattono la leucemia del paziente, dall’altro rischiano di attaccare i suoi organi scatenando una malattia devastante, che nei suoi effetti più acuti può portare anche alla morte e comunque a una qualità della vita orrenda. La cura, insomma, rischia di essere allo stesso tempo la causa del male. I globuli bianchi del donatore attaccano sì le cellule cattive, ma rischiano di danneggiare seriamente gli organi del trapiantato con effetti drammatici”.
La patologia che viene determinata dalle complicazioni post operatorie del trapianto delle cellule staminali viene chiamata “Gvhd” che significa la “malattia dell’ospite”. La ricerca è stata condotta dalla 46enne Francesca Bonifazi e da Nicolaus Kroger di nazionalità tedesca originario di Amburgo e Carlos Solano spagnolo di Valencia.
Da quanto detto dalla ricercatrice Bonifazi la terapia per la leucemia, che consiste nel trapianto delle cellule staminali, in molti casi può essere la causa che determina l’origine di nuove malattie che possono provocare il decesso del paziente.
La ricercatrice italiana, in collaborazione con i suoi due altri colleghi, ha cercato di scoprire una terapia che riesca a far diminuire la possibilità che il trapianto di cellule staminali possa provocare delle conseguenze gravissime alla salute del paziente. La ricercatrice italiana a tal proposito ha detto che: “Durante il ciclo di chemioterapia che precede il trapianto viene iniettato nel paziente un siero. Un farmaco che intontisce i linfociti del donatore. In questo modo si ottengono due risultati: i linfociti combattono lo stesso la leucemia ma non attaccano gli organi sani”.
Il team di studiosi europei ha dovuto cercare una nuova terapia che però non determinasse che il sistema immunitario del nuovo donatore non avesse più le sue funzioni originarie. Il trapianto delle cellule staminali ha come unico scopo quello di eliminare le cellule cattive che la leucemia produce.
L’intenzione del team di ricercatori è quella di usare un farmaco che riesca a bilanciare l’effetto del sistema immunitario del donatore che non produca problemi post trapianto e che però elimini nello stesso tempo le cellule cattive prodotte dalla leucemia.
La ricercatrice italiana è apparsa molto emozionata alla presentazione della ricerca ed ha confessato che: “Questo è lo studio della mia vita, al quale lavoro da dieci anni. Ho cominciato quando un paziente mi ha detto: “Forse era meglio che mi lasciasse morire invece che operarmi”.
La Bonifazi ha tenuto a sottolineare che soprattutto nei malati più gravi con la scoperta della nuova terapia il rischio di gravi conseguenze post trapianto sono diminuite dal 50% dei casi a solo il 7%.
Un grande successo per la ricerca contro la leucemia che è stato anche molto apprezzato dal professor Michele Cavo, direttore Dipartimento di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale dell’università di Bologna che ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “Saranno più sicuri, con meno effetti collaterali ma con la stessa efficacia. Da adesso cambia tutto. Sono orgogliosa e fiera di dire che una grossa parte di questo studio è italiana. Che 90 dei 161 pazienti oggetto della sperimentazione sono italiani, li ho coordinati io. Un modo efficace per aver cura dei nostri pazienti”.