In un periodo in cui il governo è impegnatissimo dalla sue oramai croniche beghe interne e dal rimpasto dell’esecutivo che a giorni dovrà essere messo in atto dal Presidente del Consiglio Enrico Letta.
Con il parlamento che, dopo il tour de force per l’approvazione del decreto Imu, dovrà intraprendere il tortuoso esame della riforma elettorale.
C’è invece come il Ministro del lavoro, Enrico Giovannin che sta pensando ad introdurre un nuovo meccanismo di prepensionamento chiamato prestito pensionistico.
La proposta di Enrico Giovannini è una sorta di prepensionamento che hai il duplice scopo di risolvere definitamente il problema degli esodati e delle categorie come i lavoratori precoci che pur avendo accumulato il massimo dei contributi non hanno la possibilità di accedere alla pensione perché non hanno raggiunto il limite di età previsto dalle nuova riforma Fornero di sessantasei anni , e quello, forse più a cuore del ministro e di tutto l’esecutivo, di rimettere in moto il ricambio generazionale che da anni è completamente fermo in Italia.
Il “prestito pensionistico” consentirebbe, se approvato, a chi ha compiuto il sessantaduesimo anno di età e accumulato i trentacinque anni di contributi di poter accedere al prepensionamento con una rendita mensile pari al 90% di quella effettivamente spettante.
Una volta raggiunto il sessantaseiesimo anno di età l’ex lavoratore riceverà la pensione con una decurtazione dall’8 al 10% che servirà alla restituzione del prestito pensionistico usufruito in precedenza.
Si pensa che ad una simile proposta possano essere in molti i lavoratori che potrebbero aderire e quindi conseguentemente liberare posti di lavoro che potrebbero essere occupati da l’ex lavoratori ora disoccupati o dai ex studenti che hanno appena finito il ciclo dei propri studi alla ricerca del primo impiego.
Il prestito pensionistico non sarà obbligatorio ma facoltativo ed al momento è stato studiato solo per coloro che hanno perso il lavoro e per i lavoratori delle imprese private.