Allarme Amcli in aumento i casi in Italia di tubercolosi resistente agli antibiotici
Una malattia che sembrava definitivamente debellata è tornata, in questi ultimi anni, prepotentemente alla ribalta. Si tratta della tubercolosi che si è manifestata in Italia in una forma ancora più violenta e resistente agli antibiotici.
La tubercolosi rappresenta, soprattutto per la popolazione italiana, un gravissimo pericolo. Secondo gli ultimi dati resi noti dall’Associazione microbiologi clinici italiani nel nostro paese sono 10 su 100 mila le persone colpite. L’Amcli ha anche reso pubblico che le persone colpite sono soprattutto di sesso maschile ed hanno una fascia di età superiore ai 40 anni, molti dei quali sono cittadini stranieri.
L’Amcli ha rilasciato il seguente comunicato stampa sull’allarmante situazione della tubercolosi in Italia: “Nel nostro Paese più di un caso di tubercolosi su 2 riguarda pazienti non nati in Italia Ed è proprio fra questi che viene isolato l’80-90% dei ceppi di Tbc multiresistenti ai farmaci tradizionali che rappresentano il maggior ostacolo all’eradicazione della Tbc“.
Secondo i medici dell’Amcli, tra i tanti stranieri presenti in Italia, quelli più colpiti sono i romeni. I ricercatori dell’Amcli hanno constatato che i russi sono colpiti da un tipo di tubercolosi molto resistente agli antibiotici.
Gli studiosi dell’Amcli hanno scoperto che per combattere questo tipo di tubercolosi resistente all’antibiotico vi sono delle molecole che possono guarire il paziente da questo particolare tipo di patologia.
Le due molecole sono la bedaquilina e delamanid. Le sostanze in questione, però, saranno utilizzate solo quando l’antibiotico non produce l’effetto sperato. La somministrazione del farmaco contro la tubercolosi che contiene la bedaquilina e la delamanid avverrà solo in alcune strutture individuate dalle regioni che dovranno ricevere disposizioni in merito alla somministrazione dall’Agenzia italiana del farmaco.