Questa settimana sarà decisiva per i Quota 96 del comparto scuola per l’esame da parte della commissione bilancio della Camera, presieduta dall’Onorevole Francesco Boccia, del disegno di legge presentato dagli Onorevoli Ghizzoni (Pd) e Marzana (M5S) sul ripristino dei requisiti pensionistici per il reparto scuola antecedenti alla attuale riforma Fornero.
La commissione bilancio doveva già aver espresso il proprio parere la settima scorsa ma in seguito ad un rinvio richiesto dal governo l’esame e la decisione sul disegno legge in favore dei quota 96 è stata rinviata a questa settimana.
La Ghizzoni si è detta comunque fiduciosa sull’esito dell’esame del disegno di legge da parte della commissione bilancio, mentre i quota 96 in caso di nuovo stop sono pronti a scendere in piazza per manifestare contro l’immobilismo del governo.
Questa settimana da notizie ufficiose il Ministro Enrico Giovannini potrebbe sottoporre all’esame delle parti sociali il progetto del “prestito pensionistico” che in seguito potrebbe essere sottoposto al vaglio del Consiglio dei Ministri per essere approvato.
Il “prestito pensionistico” è una sorta di prepensionamento volontario rivolto ai lavoratori privati e a chi attualmente non è occupato.
Per accedere al “prestito pensionistico”, una volta approvato, bisognerà aver accumulato più di trentacinque anni di contributi e aver compiuto il sessantaduesimo anno di età.
Una volta accettata la richiesta dall’Inps da parte del lavoratore di rientrare nel “prestito pensionistico” lo stesso avrà diritto ad un salario mensile pari al 90% della pensione maturata.
Una volta raggiunto il limite di età pensionistico di sessantasei anni si età previsto dalla riforma Fornero il lavoratore avrà diritto alla pensione decurtata del 10% per la restituzione del prestito pensionistico usufruito.
Il “prestito pensionistico” se dovesse andare in porto sarebbe la soluzione dei problemi per gli esodati, che in seguito alla attuazione della riforma Fornero, si sono ritrovati senza lavoro e senza pensione ma con la proposta Giovannini potrebbero trovare una scappatoia per il prepensionamento.
L’idea del ministro è stata accolta con un certo interesse anche dalla categoria dei lavoratori usuranti che si sono ritrovati, dopo aver lavorato per una vita, con l’impossibilità di accedere alla pensione in tempi ragionevoli visto l’allungamento dell’età pensionistica e dei requisiti entrati in vigore con la riforma Fornero.