Ci sono alimenti che hanno un alto contenuto di residui chimici che possono provocare problemi, a lungo andare, alla salute dell’uomo. Sono alimenti che arrivano dall’Italia da paesi esteri, principalmente da nazioni come l’Egitto, Cina, India e Marocco.
La Coldiretti ha reso pubblica una black list dei cibi che hanno il più alto contenuto di residui chimici e ci sono alimenti molto usati nella cucina italiana come le mozzarelle, i broccoli ed i piselli.
Alcuni alimenti che spesso sono sulla nostra tavola posso essere nocivi per la salute dell’uomo. La sconcertata rivelazione è stata fatta dalla Coldiretti che ha reso noto, durante una manifestazione di protesta che si è svolta a Napoli, che alcuni alimenti che sono importanti in Italia hanno un altissimo contenuto di residui chimici.
La lista degli alimenti è lunga e sono molti i paesi che non trattano come si dovrebbe gli alimenti. In particolare sembra essere rischioso comprare il broccolo prodotto in Cina che. secondo le analisi, molto contaminato.
Una Black list che contiene tutti i cibi che hanno un’alta percentuale di residui chimici è stata presentata a Napoli dal direttivo della Coldiretti. L’intenzione della Coldiretti è quella di rendere noto ai cittadini che esistono cibi provenienti da diverse nazioni che non sono trattati come dovrebbero.
La lista contiene in particolare verdura e frutta che sono coltivati in paesi extra europei come Cina e Egitto che però sono importati in Italia e possono essere in alcuni casi nocivi all’uomo.
La Coldiretti ha diffuso una ricerca svolta dagli studiosi dall’Agenzia Europea per la sicurezza alimentare che hanno scoperto che molti alimenti che sono importanti da paesi esteri extraeuropei sono contaminati da sostanze chimiche.
In particolare ci sono alimenti come i broccoli provenienti dalla Cina che hanno un altissima percentuale di residui chimici. Ma nella lista nera preparata dalla Eifa e resa nota dalla Coldiretti ci sono tantissimi altri alimenti come le mozzarelle e i piselli.
Una nota della Coldiretti su quanti residui chimici contengono gli alimenti che arrivano dall’estero, soprattutto dai paesi africani e orientali sta facendo molto discutere. La Coldiretti ha formato una vera e propria black list dei cibi più nocivi e tossici che non sono prodotti in Italia.
Tra questi ci sono cibi ad alto consumo come le mozzarelle, alcuni tipi di verdure come broccoli, prezzemolo e piselli e frutti come arance e fragole. Alcuni tipi di cibi contengono residui chimici per il 92% dei capi esaminati.
La Coldiretti ha organizzato una giornata di protesta per difendere i cibi della dieta mediterranea. La manifestazione si è tenuta a Napoli ed ha visto la partecipazione di numerosi agricoltori. L’importante associazione ha diffuso i dati sui cibi che sono importanti in Italia e che sono contaminati.
Una black list molto allarmante che deve far riflettere sulla possibilità di porre un freno alla importazione indiscriminata di alimenti provenienti dalla Cina, Thailandia o dai paesi africani.
Una dettagliata analisi su ciò che arriva sulle nostre tavole dai paesi nord africani e dall’Asia è stata fatta dai ricercatori dell’Efsa che hanno potuto constatare che la situazione è molto allarmante.
In particolare ci sono alcuni cibi che contengono una elevatissima percentuale di residui chimici. I ricercatori hanno potuto constatare che ci sono cibi che contengono il 92% di residui chimici e provengono dalla Cina dove vengono prodotti in grandissima quantità ma con scarsissima qualità. Lo stesso accade anche con piselli, fragole e arance.
Dati molto preoccupanti quelli resi noti dalla Coldiretti sui cibi, in particolare frutta e verdura ma anche mozzarelle, che provengono dai paesi arabi e africani e che sono importanti in Italia.
Secondo i dati resi noti dalla Coldiretti i cibi contengono un numero elevatissimo di residui tossici che possono mettere a rischio la salute dei cittadini. In particolare è stata creata una black list degli alimenti ritenuti più tossici che hanno un prezzo molto concorrenziale rispetto agli stessi alimenti prodotti in Italia.
La Coldiretti ha voluto rendere note le analisi che sono state portate a termine dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare sugli alimenti che vengono importati nel nostro paese ed in particolare di alcuni tipi di verdure.
Secondo quanto verificato dal laboratorio d’analisi dell’Efsa, molti dei campioni che sono stati sottoposti a test non sono regolari. In particolare è stato analizzato il broccolo proveniente dalla Cina che risulterebbe essere il prodotto meno sicuro di tutti con il 92% di residui chimici presenti.
Altro alimento che ha un notevole contenuto di residui chimici è il prezzemolo del Vietnam che ha il 78% di sostanze che possono essere tossiche.
Al terso posto della “Black List dei cibi più contaminati” troviamo il basilico proveniente dal Vietnam. L’analisi delle verdure contaminate da residui chimici è stata diffusa a Napoli durante la protesta di centinaia di migliaia di agricoltori italiani che sono scesi in piazza per difendere la dieta mediterranea.
La Coldiretti ha reso noto che: “La conquista della vetta della classifica da parte della Cina non è un caso poichè il gigante asiatico anche nel 2015 ha conquistato il primato nel numero di notifiche per prodotti alimentari irregolari perchè contaminati dalla presenza di micotossine, additivi e coloranti al di fuori dalle norme di legge, da parte dell’Unione Europea, secondo un’elaborazione della Coldiretti sulla base della Relazione sul sistema di allerta per gli alimenti. Su un totale di 2967 allarmi per irregolarità segnalate in Europa, ben 386 (15 per cento) hanno riguardato il gigante asiatico che in Italia nello stesso anno ha praticamente quintuplicato (+379%) le esportazioni di concentrato di pomodoro che hanno raggiunto circa 67 milioni di chili nel 2015, pari a circa il 10 per cento della produzione nazionale in pomodoro fresco equivalente”.
La più grande associazione italiana di agricoltori ha anche precisato che: “Se nella maggioranza dei broccoli cinesi è stata trovata la presenza in eccesso di Acetamiprid, Chlorfenapyr, Carbendazim, Flusilazole e Pyridaben, nel prezzemolo vietnamita i problemi derivano da Chlorpyrifos, Profenofos, Hexaconazole, Phentoate, Flubendiamide mentre il basilico indiano contiene Carbendazim che è vietato in Italia perché ritenuto cancerogeno”.
La Coldiretti ha anche diffuso la notizia che ad essere contaminate sono anche le melagrane prodotte nel vicino Egitto. Le melagrane provenienti dall’Egitto contengono il 33% di residui chimici.
Ma anche la produzione delle fragole sempre provenienti dall’Egitto non è a norma, infatti il frutto contiene l’11% di residui chimici.
Contengono un alto contenuto di residui chimici anche altra frutta e verdura prodotta da continenti come l’Africa e l’Asia come il peperoncino della Thailandia e i piselli del Kenia.
La Coldiretta ha anche riferito che, ad essere a rischio è anche la frutta che viene importata dal Sud America: “I problemi riguardano anche la frutta dal Sud America come i meloni e i cocomeri importati dalla Repubblica Dominicana che sono fuori norma nel 14% dei casi per l’impiego di Spinosad e Cypermethrin”.
La Coldiretti rende noto, inoltre, che: “È risultato irregolare il 15% della menta del Marocco, un altro Paese a cui sono state concesse agevolazioni dall’Unione Europea per l’esportazione di arance, clementine, fragole, cetrioli, zucchine, aglio, olio di oliva e pomodori da mensa che hanno messo in ginocchio le produzioni nazionali. L’accordo con il Marocco è fortemente contestato dai produttori agricoli proprio perché nel Paese africano è permesso l’uso di pesticidi pericolosi per la salute che sono vietati in Europa”.
La Coldiretti ha anche voluto precisare che l’agricoltura della comunità Europea ha ben 281 prodotti a denominazione di origine controllata.
Solo l’0,4% dei prodotti in Europea contengono residui chimici e molti dei prodotti provengono da aziende biologiche che non utilizzano per la coltivazione Ogm.
Sull’argomento dei residui chimici presenti nella frutta e verdura importata dai paesi asiatici e africani ha voluto rilasciare le seguenti dichiarazioni il massimo responsabile della Coldiretti, Roberto Moncalvo: “Non c’è più tempo da perdere e occorre rendere finalmente pubblici i flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero per far conoscere anche ai consumatori i nomi delle aziende che usano ingredienti stranieri bisogna liberare le imprese italiane dalla concorrenza sleale delle produzioni straniere realizzate in condizioni di dumping sociale, ambientale con rischi concreti per la sicurezza alimentare dei cittadini”.