La tanto discussa busta arancione è previsto che arrivi in una prima tranche a 150 mila lavoratori italiani e dopo un breve lasso di tempo a milioni di pensionandi.
La busta arancione è stata un’idea del presidente dell’Inps Tito Boeri per informare i lavoratori sui contributi versati e ciò che è più importante su quanto ammonterebbe con l’attuale riforma pensionistica l’assegno pensionistico.
Il calcolo elaborato da parte dei tecnici dell’Inps indica inoltre anche l’età in cui il lavoratore potrà accedere alla pensione.
La busta arancione è diventata un fenomeno social. Molti sono stati coloro che hanno ricevuto la busta arancione con il rispettivo calcolo della pensione ed hanno postato i commenti sui social. I commenti fino ad ora sono tutti negativi, non sull’iniziativa, ma sui calcoli relativi alla pensione che sono molto più bassi rispetto a quanto sperato.
In verità la busta arancione è un’iniziativa che è stata adottata in Svezia già da parecchi anni che è stata denominata “La mia pensione”.
La nuova riforma pensionistica concepita dai tecnici dell’ex ministro del lavoro Elsa Fornero è entrata in vigore il 1 gennaio 2012. Nel frattempo dopo il governo Monti ci sono stati le elezioni politiche che si sono svolte nel 2014 e il susseguirsi di due governi, quello di Enrico Letta e di Matteo Renzi.
Sembra che la riforma delle pensioni targata Elsa Fornero abbia i giorni contati. Il governo Renzi si è impegnato ad apportare sostanziali modifiche con la prossima legge di stabilità dell’anno 2017.
In realtà si pensava che già con questa finanziaria fossero apportate alcune modifiche più volte ventilate dall’attuale ministro del lavoro Poletti ma invece, da quanto detto dallo stesso Matteo Renzi, non sono state ritrovate le coperture necessarie.
Come detto la busta arancione ha determinato molti commenti alcuni pubblicati su noti giornali, molti altri sui social.
Roberta Cioffi è una lavoratrice di 53 che presta il suo servizio da molti anni presso la ditta Balducci di Montecatini, operaia di terzo livello la Cioffi ha uno stipendio dignitoso che le permette di vivere. La signora Cioffi sognava di vivere una pensione tranquilla, dopo tanti anni di lavoro, ma la busta arancione purtroppo ha evidenziato che la sua pensione sarà molto inferiore alle sue aspettative.
Roberta Cioffi ha così commentato ciò che ha provato al momento della ricezione della sia pensione in una lunga intervista al Corriere: “Mi è arrivata il giorno del compleanno del mio figliolo. A lui non ho detto nulla, non gli volevo rovinare la festa. Ma a me la giornata l’ha guastata. Eccome se l’ha guastata”.
Roberta era molto giù di morale ed ha confessato che dopo l’arrivo della busta arancione ne ha parlato con suo marito ed hanno preso una dura decisione: “Mio marito si è deciso a vendere la macchina. Altrimenti non ce la si fa. E già avevamo tagliato il riscaldamento a casa, passando al pellet per risparmiare un po’. Poi dici che l’economia non gira”.
Anche Lapo Cantini di 46 anni che risiede a San Miniato di Pisa ha voluto raccontare il suo pensiero ad un giornalista dell’Ansa: “Per prima cosa l’occhio cade sulla data della pensione, e dopo si guarda l’importo. Ci vado nel 2039… C’ho tempo sì per prepararmi! Insomma Un colpo al cuore, nel 2039! a 69 anni, ho ancora parecchio da galoppare”.
Anche Rosario un lavoratore di soli 34 anni ha scoperto che andrà in pensione nel 2052 quando avrà la veneranda età di 70 anni: “Raggiunta oggi la veneranda età di 34 anni, ho ricevuto per regalo e monito la fantomatica busta arancione dell’Inps. Sarò o morto o povero. Non me l’aspettavo, l’hanno fatto apposta? C’è scritto che andrò in pensione con quella di vecchiaia nel 2052 a 70 anni: tasso di sostituzione lordo del 77,2% e netto dell’87,7%. La pensione anticipata nel 2049 con tasso di sostituzione lordo del 64,5% e 76,5% netto. Il mio stipendio? Da contratto circa 1160 euro”.
Anche Selene Bartolini un uomo di soli 31 anni ha ricevuto la busta arancione la mia pensione. Selene Bartolini lavora da anni in un bar a Siena ed ha dichiarato al Tirreno che andrà in pensione nel 2055: “ti comunica una cosa assurda e neanche se ne accorge. Ma come si fa? A 70 anni, pari pari. Lavoro da quando ne avevo 20. Quanto fa? Ah, ecco, 50 anni di contributi”.
Le nuove generazioni dovranno lavorare per più di 50 anni per ricevere un minino di pensione. Quello che fa rabbia a molti lavoratori è che ai politici basta qualche anno per ricevere indennità pensionistiche altissime.
Sullo spinoso argomento è anche intervenuto Beppe Grillo che dal suo blog ha risposto alla domanda se i giovani potranno accedere alla pensione. La risposta del leder del Movimento Cinque Stelle è stata secca: secondo il comico genovese i giovani lavoratori italiani tra un po’ di anni non avranno più diritto alla pensione:“l’Inps di Boeri invierà nei prossimi mesi 7 milioni di buste arancioni agli italiani. Nelle buste saranno indicati i contributi versati e la pensione futura. C’è un solo problema: la stima dei futuri assegni è costruita a partire dall’ipotesi di una crescita media del Pil dell’1,5% nei prossimi decenni. Con le manovre liberiste degli ultimi Governi, questo incluso, è un’ipotesi del tutto inverosimile. Si tratta quindi dell’ennesima menzogna per tranquillizzare giovani precari e anziani lavoratori, facendo loro annusare una pensione che non riceveranno mai. O si cambia direzione, o delle nostre pensioni rimarranno sono le briciole”.
Una dura realtà per tanti che vedranno la pensione chissà quanto e soprattutto di un importo molto esiguo. I lavoratori sperano che presto vengano rivesti dal governo le modalità di accesso alla pensione ed anche rivalutato l’importo dell’assegno mensile.