Ha lasciato tutti a bocca aperta l’intervista senza censure di Walter Sabatini, il dirigente sportivo della Roma che si è confessato ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”. Da Totti ai successi ed insuccessi del calcio fino al suo rapporto ossessivo con il sesso, Sabatini è un libro aperto. “Il sesso mi ha salvato la vita – ha dichiarato -. Lo vedo da tutte le parti. Il gol, ad esempio, è penetrazione. Ho sempre fatto sesso disperato, quello che uno fa per attutire un dolore”. Il dirigente della squadra romana sente la sua vita scorrere come quella raccontata dal celebre romanzo “Cent’anni di solitudine, scritto dal Premio Nobel colombiano Gabriel García Márquez.
Come un attore consumato che deve recitare il suo monologo struggente, Sabatini ha rivelato al cronista che: “Mi suicidio tutti i giorni. Ho sempre avuto poco rispetto per la mia vita. Prima, per una sorta di adorazione delle mie capacità psicofisiche, pensavo di poter far tutto e lo penso ancora oggi, tant’è che sono un suicida senza successo. Penso di non esser stato bravo ad amare le persone. Qualcuna avrebbe meritato qualche carezza in più, prima di tutto mia madre Lina. Io invece ho macerato tutto dentro”.
E poi ammette il suo tormentato rapporto con le sconfitte ed i mancati traguardi ed ammette: “Il calcio mi ha dato felicità e autoflagellazione. Ancora oggi non riesco a sopportare una sconfitta”. E come un personaggio di un’opera leopardiana guarda con introspezione ai suoi rapporti con chi gli vive vicino: “Sono un cultore dell’amicizia silenziosa, non la coltivo. Anche mio fratello, a cui voglio un bene infinito: sono capace di non sentirlo per tre mesi. Se una telefonata va oltre i 15 secondi non la considero sana”.
La conversazione poi diventa più lucida e vira sui grandi interrogativi della Roma e del suo Totti.
“A Francesco – ha spiegato Sabatini – ho sempre parlato con affetto. Gli avevo detto: “Smetti”. Lo penso ancora oggi, però ora che farà il contratto credo abbia una grande occasione: avrà un anno cuscinetto per lavorare su se stesso”. E poi si lascia andare alle sue previsioni. “Credo in un Totti nuovo, pur facendo ancora qualche altra prodezza. Perché una cosa è sicura: pur essendo un campione Totti non è stato nell’Olimpo, ma le sue giocate non si vedranno più su un campo di calcio. Non ha vinto Palloni d’oro o Champions, però i suoi colpi saranno chiusi in un libro e non saranno più riproposti da nessuno”.