Dal dentista richiestissimi i “ritocchini” estetici … si possono fare?
Sta diventando una moda il ritocchino estetico dal dentista. Gli studi degli odontoiatri si stanno dotando di tecniche innovative e nuovi materiali, vista la grande richiesta dei pazienti che non intendono invecchiare.
Ma un recente parere del Consiglio Superiore della Sanità, del mese di luglio del 2014, ha stabilito quali siano i limiti precisi, ovvero chi può eseguire terapie con finalità estetiche e chi no. In sintesi: i medici del vecchio ordinamento, laureati in medicina e specializzati in odontoiatria, possono fare tutto. Invece, quelli del nuovo ordinamento, quindi laureati solo in odontoiatria, no. Specificando possiamo dire che gli odontoiatri possono effettuare trattamenti estetici solo in correlazione alle cure dentali e “ limitarsi alla zona labiale”. «Sul fatto che il trattamento estetico non debba essere a sé stante — commenta Nicola Esposito, segretario nazionale dell’Andi — concordiamo pienamente. E recepiamo l’indicazione che l’odontoiatra possa trattare solo la zona periorale, ovvero da sotto il naso fino al mento, ma la consideriamo limitativa. In base alla legge istitutiva della professione (409 del 1985) l’odontoiatra può trattare tutte le malattie “dei denti, della bocca, delle mascelle e dei relativi tessuti”. Allora, se può eseguire terapie implantari nel mascellare superiore, perché gli è preclusa la medicina estetica sugli zigomi? Insomma, tra parere e legge vediamo un’incongruenza».
Esposito prosegue ribadendo di essere consapevole che la preparazione degli odontoiatri non è sufficiente per poter eseguire i trattamenti estetici e per questo ha chiesto la collaborazione ad alcune Società che si occupano di corsi di formazione in merito alla materia delle terapie estetiche, puntando soprattutto sugli effetti collaterali.
Ma il presidente della Società Italiana di Medicina Estetica ( Sime) ha rilasciato una dichiarazione secca e spiacevole: «Nonostante abbiano una limitazione ben precisa alla regione delle labbra, gli odontoiatri tendono a disattenderla». E Pierfrancesco Cirillo, segretario nazionale dell’Associazione italiana chirurgia plastica estetica aggiunge: «Una “punturina” non è un trapianto, ma non sono sicuro che corsi di pochi giorni possano equipararsi ad anni di formazione. Il problema sono le possibili complicanze: da asimmetrie, a ostruzione di un vaso, fino alla necrosi dei tessuti. Bisogna saperle riconoscere e trattare tempestivamente».
Un’altra nota dolente sono le polizze assicurative sulla responsabilità professionale odontoiatrica: una parte di esse non coprono i danni causati da interventi di medicina estetica, quindi se il professionista travalica i limiti nei quali operare, il rischio è raddoppiato in quanto, oltre al danno sul paziente, gli eventuali risarcimenti sono a suo carico.
Concludendo possiamo evidenziare che è in corso una “guerra “ tra i chirurghi estetici e gli odontoiatri in quanto questi ultimi pare stiano togliendo il lavoro a chi è nettamente più specializzato e la concorrenza è sempre più implacabile.