La riforma delle pensioni e la questione degli esodati sono all’esame del governo Letta.
Infatti, dopo l’insediamento, il governo formato da Enrico Letta è ora impegnato ad affrontare temi molto importanti per il benessere del paese, come : il fisco, le problematiche legate al mondo del lavoro, la produttività ed il welfare, ed in particolare, le questioni legate alle pensioni ed alla salvaguardia della categoria degli esodati.
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Enrico Giovannini, ha dichiarato, che è necessario un decreto per dare sicurezza alla categoria degli esodati , ma anche che permetta ai lavoratori di poter andare in pensione in maniera più flessibile, in cambio di equilibrate aliquote di penalizzazione da apportare al sistema e che consentano, quindi, al nostro paese di uscire dalla crisi latente del settore previdenziale .
In sostanza, si vogliono, inserire delle modifiche tecniche alla recente riforma attuata dalla Fornero, proponendo delle finestre di uscita dal lavoro, a partire dai 62 anni fino ai 70 anni, ponendo come punto di partenza i 65 anni ed, applicando, poi, decurtazioni o incentivi.
Il lavoratore che decide di andare in pensione, in un arco temporale compreso tra i 62 anni e i 65 anni, infatti, avrà una diminuzione del reddito pensionistico compresa tra l’aliquota del 2 % e quella dell’8 %, mentre dai 65 anni e prima dei 70 anni verrebbero assicurati graduali aumenti nella medesima misura sull reddito pensionistico.
Tale proposta che, che per alcuni punti , deriva, dalla riforma attuata dall’ ex ministro Fornero, e che ha generato molti consensi e favori nelle diverse parti sociali è criticata dai sindacati.
I tecnici della Cgil , si sono mostrati scettici e critici su questa proposta , affermando che tali decurtazioni andrebbero ad unirsi a quelle delle riforme Dini , elaborate e decretate nel 1995 .
I sindacati dichiarano di non essere contrari alla flessibilità, purché non si parli di penalizzazioni ma di incentivi per favorire l’entrata in pensione, perché se si punta esclusivamente su un modello penalizzante, si finisce per scaricare, ancora una volta tutto sui pensionati.
Oltre alle misure fin qui dette, il governo sta studiando anche nuove forme di part time, allo scopo di inserire i giovani nel mondo del lavoro.
Altro grave problema che attende il governo, è quello degli esodati che, in base ai dati forniti dai sindacati sarebbero circa 150 – 200 mila lavoratori.
Si tratterebbe di persone inserite nel mondo del lavoro da anni, ma ora lavoratori cessati dal servizio , dopo esser giunti ad accordi singoli o di massa, la cui finestra temporale per andare in pensione si aprirebbe dopo la data del 6 Gennaio 2015.
A detta del Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Il governo Letta starebbe studiando possibili soluzioni in modo da elaborare dei decreti per i primi mesi dell’autunno prossimo.
Lo stesso Ministro del Lavoro ha più volte dato la sua disponibilità a risolvere questo annoso problema, attraverso un sistema di pensionamento flessibile, che consentirebbe, quindi, di dare una mano concreta al problema esodati.