Diletta Leotta ha rilasciato una lunga intervista al “Corriere della sera” parlando, per la prima volta della vicenda che , suo malgrado, l’ha coinvolta.
Diletta Leotta racconta: “No, non ho pianto, ho tirato fuori una forza che non credevo di avere, ma dopo tre giorni sì, ho ceduto”.
Diletta Leotta a cui sono state rese note alcune sue foto intime contro la sua volontà, dopo che è stato hackerato il suo cellulare ha detto: “Ero a casa, da sola. Da cosa ho capito che la situazione era grave? Dal mio telefonino. Non la smetteva di squillare: chiamate, messaggi, WhatsApp, videochiamate”.
Poi Diletta aggiunge: “Ho dovuto tenerlo spento per giorni. Ci tengo a specificare che solo cinque o sei foto mi appartenevano. Le altre, i video, gli audio che ho visto girare: tutti finti. Avevo inviato, forse, un paio di quelle fotografie. Non le vedevo da anni, di quelle foto che fai senza un senso e magari cancelli subito. Non le definirei nemmeno sexy, erano giocose, riguardandole mi sono anche un po’ vergognata. Mi sono resa conto che facevano parte di un mio archivio privato, non sono molto pratica di queste cose. Qualcuno deve averle cercate intenzionalmente forzando il mio profilo iCloud”.
Poi continua il suo racconto e ciò che ha provato e dice: ” Ci tengo però a dire alle ragazze o ai ragazzi a cui è accaduta una cosa del genere che non bisogna sentirsi in colpa. Bisogna reagire ed essere lucidi. Ognuno ha il diritto di fare ciò che vuole con la sua vita, il suo privato, la sua intimità e il suo telefonino”.
Poi, come un fiume piena racconta: “Io mezz’ora dopo quello che è successo sono andata alla polizia postale e il mio agente ha contattato Facebook e Twitter. Si sono attivati subito, ma la rimozione non è immediata. E non dimentichiamo che non tutti hanno modo di rivolgersi direttamente ai social. Siamo nel 2016, servirebbe una legge che faccia sentire le persone sicure. E consapevolezza in merito al fatto che far circolare foto private di qualcuno è reato”.
E a proposito di chi ha insinuato che sia stato tutto creato ad arte controbatte:: “Mi hanno detto che ho creato tutto questo trambusto per farmi pubblicità. È stato il commento più semplice da parte di persone poco intelligenti e sensibili. Sono stata zitta in questi mesi anche per non alimentare dubbi del genere. Mi sembra chiaro che la strada che voglio intraprendere è molto diversa. Mi piace quello che sto facendo: dal calcio con la Serie B al mix di sport, intrattenimento e interviste che ho sperimentato nel programma Goal Deejay e credo possa essere nelle mie corde. Io adesso sono molto felice”