Non una scuola elementare ma un “lager”, dove quattro maestre perpetravano ogni tipo di violenza contro i propri alunni. I carabinieri hanno messo fine all’incubo di quattro ragazzini di 9 e 10 anni, vittime di angherie per diversi mesi nell’istituto comprensivo “Paolo Roseti” di Biccari. Le indagini sono partite dalla denuncia, presentata a ottobre 2016, del padre di un alunno e sono durate fino a marzo 2017.
Le telecamere hanno immortalato scene raccapriccianti tanto che la Magistratura ha disposto la non divulgazione per tutelare i bambini. Per lo stesso motivo non sono stati forniti i nomi delle quattro donne arrestate e finite ai domiciliari. Sono tutte maestre della zona, età compresa tra 42 e 55 anni. La misura dei domiciliari non è così scontata in casi del genere. Solitamente, infatti, vengono disposti sospensione e allontanamento ma questa volta le violenze erano davvero eloquenti. Si parla di vere e proprie umiliazioni fisiche e psicologiche.
Bambini costretti a deridersi da soli. A dire a tutti: “Io sono basso e bugiardo”. Costretti a subire e basta. Costantemente mortificati. I quattro erano presi di mira soltanto perchè un po’ meno studiosi degli altri.
Qualche distrazione di troppo e la calligrafia non proprio ottimale facevano scattare l’ira delle maestre che, nelle proprie ore di lezione, scatenavano sui bambini una violenza sconsiderata: “Fai schifo! Chiudi quella boccaccia che escono solo cose brutte da là!” “Hai il cuore cattivo”. E giù anche con le minacce: “Dai che questo lo devo sconciare un po’” “Io ti faccio nuovo nuovo di botte”. “Se ti do una botta in testa tu capisci che hai sbagliato e devi correggere l’errore, va bene? Facciamo questo gioco…”
Utilizzavano anche aste in legno per picchiarli. In un caso si vede il bambino afferrato per i capelli e buttato a terra. E poi schiaffi sulla testa o colpiti con dei libri. “Si va oltre ciò che in passato si è visto per casi simili”, ha detto stamattina in conferenza stampa, Marco Aquilio, comandante provinciale dei carabinieri di Foggia.
Le quattro vittime sono tutte frequentanti la stessa classe IV in un istituto molto piccolo (Biccari conta 2500 anime), con circa una cinquantina di alunni in totale. Le maestre, a rotazione, insegnavano in più classi per questo i carabinieri non escludono episodi con altri bambini presi di mira. Anche il dirigente scolastico aveva qualche sospetto e si è dimostrato collaborativo con gli inquirenti. Alcuni genitori, invece, avevano già provveduto a spostare i figli in altra scuola. Un’insolita “migrazione” di alunni che aveva fatto scattare i primi allarmi. Il rigetto delle vittime di andare a scuola ha poi convinto un papà a denunciare tutto ai carabinieri.
Le indagini si sono sviluppate in due fasi: la prima, caratterizzata dall’acquisizione di informazioni testimoniali, ha visto l’escussione di 15 persone tra cui insegnanti e altri genitori, mentre la seconda fase è stata condotta con l’ausilio di strumenti di videoregistrazione posizionati in aula.
Nel corso di quest’ultima parte, l’attività si è sorprendentemente estesa: infatti, durate lo svolgimento di un’ora di supplenza nella classe IV, è stata rilevata la presenza di un’altra insegnante che ha fin da subito adottato condotte molto gravi nei confronti dei bambini, tali da rendere necessaria l’installazione di un’ulteriore videocamera all’interno dell’aula utilizzata dagli alunni della classe seconda elementare. In questa maniera sono state documentate le violenze usate anche dalle altre indagate nei confronti dei piccoli loro affidati, spingendo gli investigatori a concludere le attività il più velocemente possibile per porre finalmente termine a una situazione anche ai loro occhi, ormai intollerabile.
Domiciliari, dunque, per le quattro maestre, a disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia, che ha coordinato le indagini.