Un bus di linea accostato a lato della strada, con le porte chiuse e senza nessuno a bordo. Almeno all’apparenza. Alle otto di sera, in piena attività di servizio pubblico lungo uno dei tanti tragitti di Asf, immotivatamente fermo in una rientranza della carreggiata, alla periferia di Como.
Una scena che non poteva passare inosservata al comandante di una stazione dei carabinieri del Comasco e a un suo militare, che gli sono passati accanto in auto. Si sono fermati per capire cosa fosse accaduto, temendo che qualcuno si fosse sentito male. Invece stavano tutti bene, come hanno scoperto poco dopo, quando si sono mostrati gli unici due passeggeri di quel viaggio. Per essere precisi, una sola passeggera, assieme all’autista. I due militari per prima cosa si sono avvicinati alle porte del bus, trovandole chiuse, poi hanno fatto il giro del mezzo, ma sempre senza notare nessuna presenza. Prima di fare una verifica con la società di trasporti, hanno deciso di bussare sui vetri, nel caso ci fosse qualcuno non visibile dall’esterno. All’improvviso, hanno visto alzarsi la testa di un uomo: l’autista, che si è ricomposto gli abiti frettolosamente e che, alla vista dei militari, ha cercato di sistemarsi come poteva, dirigendosi verso la porta anteriore. Pochi secondi dopo, si è palesata anche la giovane passeggera che era con lui.
Cosa stesse accadendo è apparso subito chiaro ai carabinieri, che non hanno potuto fare a meno di chiedere altre poche sintetiche spiegazioni e poi procedere nei confronti dell’autista che, essendo palesemente in servizio, aveva approfittato della momentanea assenza di altri passeggeri sul bus, accostando e appartandosi con la giovane passeggera ben prima di raggiungere il capolinea. Così l’uomo, quarant’anni, è stato denunciato per interruzione di pubblico servizio e sanzionato amministrativamente per atti osceni in luogo pubblico, essendo stato depenalizzato il reato.