E’ stato varato il nuovo sistema di calcolo dell’Isee che prevede consistenti novità innanzitutto sul fronte patrimoniale.
Tenendo ben presente che il meccanismo generale di calcolo non è mutato, in quanto il risultato sarà ancora dato dal valore assoluto della somma dei redditi e dal 20% dei patrimoni mobiliari e immobiliari dei componenti del nucleo familiare.
Un aspetto positivo della riforma, soprattutto in tempi di grave situazione di crisi come l’attuale, è dato dal fatto che mentre il vecchio indicatore considerava la condizione famigliare dell’anno precedente, con il nuovo si potrà far riferimento anche al reddito corrente. Opzione di non poco conto se si considera la situazione di coloro che perdono all’improvviso il lavoro subendo un brusco ridimensionamento delle proprie entrate.
E’ da tenere d’occhio, per i possessori di un immobile senza mutuo, quelli che sono i nuovi casi di applicazione della franchigia.
Ad esempio l’autorevole quotidiano di Confindustria, il Sole 24 ore, ha pubblicato delle simulazioni di calcolo tenendo presente i nuovi criteri e scoprendo che per una casa senza mutuo abitata da un nucleo famigliare di 4 componenti l’effetto è regressivo; vale a dire minore è il valore dell’immobile, peggiore è il risultato rispetto al vecchio Isee.
Il discorso cambia se c’è un mutuo di mezzo: in tal caso le nuove regole sono più vantaggiose rispetto alle vecchie ma solo se il valore Imu della casa non supera i 240.000 euro.
Il peso dei risparmi
Fanno il loro esordio nel nuovo sistema di calcolo dell’indicatore i patrimoni finanziari detenuti all’estero, che si sommano per il calcolo della ricchezza ai Bot, ai conti correnti, le obbligazioni, i certificati di deposito e di credito, i buoni fruttiferi e i fondi di investimento.
Il sistema di calcolo cambia nel modo seguente: alla vecchia franchigia da 15.493,7 euro subentra uno sconto base di 6.000 euro, che può arrivare fino a 10.000 euro in proporzione al numero dei componenti del nucleo famigliare.
Pur restando immutati i parametri della scale di equivalenza, quello che è cambiato è l’introduzione di maggiorazioni crescenti a partire dal terzo per arrivare al quinto figlio. La presenza in una famiglia di un bimbo di età inferiore ai 3 anni prevede poi una ulteriore maggiorazione.
Il nuovo Isee cercherà di porre riparo agli effetti degli escamotage utilizzati con più frequenza per avanzare nelle classifiche di merito. Ci riferiamo al sistema utilizzato dai due coniugi che fissano residenze diverse facendo risultare il figlio a carico del genitore inoccupato che risulta pertanto nullatenente, finendo così per sopravanzare in graduatoria figli di veri cassintegrati. D’ora in avanti si porrà rimedio a questa stortura del sistema, tenendo conto nel calcolo del reddito di uno dei genitori che lavorano anche in presenza di diverse residenze.