Finalmente il governo Renzi ha preso una ferma e autorevole posizione sugli esodati a voce del Ministro del Lavoro Giuliano Poletti.
Ieri il Ministro del Welfare ai margini della conferenza stampa sul festival del volontariato di Lucca ha annunciato che intenzione del governo predisporre uno scivolo per gli esodati.
Già dal suo insediamento Renzi definì il problema degli esodati qualcosa di vergognoso e che bisognava assolutamente trovare un rimedio stabile e definitivo.
Il Ministro Poletti, che sulla riforma Fornero ha recentemente dichiarato che non sarà toccata, ha, ieri, ribadito la ferma volontà dell’eseutivo Renzi di salvaguardare la categoria degli esodati con una sorta di prepensionamento che gli accompagni alla pensione.
Idea del prepensionamento è stata già ipotizzata da un altro membro del governo Renzi, il Ministro della Pubblica Amministrazione Madia, diventata da pochi giorni mamma, per accompagnare più di centomila lavoratori statali alla pensione.
Il duplice motivo del prepensionamento di massa dei lavoratori del pubblico è di far fronte all’elevato numero di esuberi, calcolati dal commissario della Spending Review Carlo Cottarelli in 85.000 unità e di fare in modo che anche nel mondo di lavoro degli statali ci sia il tanto atteso ricambio generazionale.
Madia è fermamente convinta che rimettendo in moto la staffetta generazionale e introducendo nel mondo degli statali più di 15.000 giovani tutto l’apparato pubblico avrebbe un grosso giovamento in funzionalità.
Anche l’Onorevole Cesare Damiano oggi è intervenuto sulla proposta del Ministro Poletti dichiarandosi d’accordo sulle idee proposte dal titolare del dicastero del Walfare.
Damiano subito dopo la proposta del Ministro Madia dichiarò di essere fermamente convinto che il prepensionamento sia necessario ma non solo nel pubblico anche nel privato in modo da non creare diseguaglianze tra i lavoratori.
Il prepensionamento per i privati significherebbe consentire a categorie come i lavoratori precoci e usuranti di poter finalmente accedere dopo anni di duro lavoro alla merita ed agognata pensione.