Il rilancio del lavoro in Italia passa inevitabilmente dal rimettere in moto la staffetta generazionale sia nel pubblico che nel privato.
Per creare nuovi posti di lavoro in un Italia, che ha raggiunto il massimo delle percentuali di disoccupati mai registrati dal lontano 1977, una delle possibilità è di rintrodurre la flessibilità.
Chi ha raggiunto il massimo dei contributi, ma non ha il requisito anagrafico previsto dalla riforma Fornero, deve essere accompagnato alla pensione liberando così un posto di lavoro che potrebbe essere occupato od da un giovane che ha appena terminato il suo ciclo di studi o da un lavoratore che ha perso il suo vecchio posto di lavoro.
L’idea che pian piano sta sempre più prendendo corpo all’interno dell’esecutivo Renzi è quella del prepensionamento che accompagnerebbe il lavoratore alla pensione con un assegno mensile pari a quello maturato ai fini pensionistici e che per la metà dovrà essere restituito un po’ alla volta quando il lavoratore avrà tutti requisiti necessari alla pensione e riceverà il sussidio pensionistico.
I fautori del prepensionamento sono il Ministro della Pubblica amministrazione Madia e del lavoro Poletti.
Il Ministro Madia ha più volte dichiarato che l’unica possibilità per inserire giovani nella macchina pubblica e per assorbire l’esubero della P.A., quantizzato in 85.000 unità dal commissario della spending review Cottarelli, è appunto un maxi prepensionamento che coinvolgerebbe i dipendenti che rientrano nella fascia di età fra i 58 e 62 anni di età.
Il Ministro Giuliano Poletti recentemente ha ipotizzato uno scivolo che accompagni la categoria degli esodati alla pensione e per tutti coloro che in seguito si troveranno nella stessa situazione.
Gli esodati sono una categoria di lavoratori creata dalla entrata in vigore delle riforma Fornero che si sono trovati all’improvviso con il massimo dei contributi pensionistici, ma non con il secondo requisito necessario per andare in pensione quello anagrafico e quindi senza lavoro e senza pensione.
Ad una forma di prepensionamento come quella ipotizzata prima da Madia e poi da Poletti potrebbero rientrare anche i lavoratori precoci e usuranti che si trovano nella condizione di aver iniziato a lavorare dall’adolescenza ma non poter andare in pensione per non aver ancora raggiunti i limiti anagrafici.