Ha trovato un ordigno della Prima Guerra Mondiale durante una passeggiata sui monti camuni. Invece di avvisare chi di competenza, però, lo ha raccolto e portato in casa, come souvenir. Ieri pomeriggio, nel garage della villetta in cui stava trascorrendo qualche giorno di vacanza, lo stava maneggiando, incuriosito da quel reperto. L’imprudenza, però, gli è costata la vita.
È morto così un uomo di 35 anni, Alessandro Marini, di Milano. Divorziato, si trovava in Val Camonica, a Vezza d’Oglio, provincia di Brescia, per le ferie. La tragedia attorno alle 18. L’uomo aveva portato l’ordigno, un residuato della Prima guerra mondiale, in garage, dove ha iniziato ad esaminarlo. Probabilmente ha pensato che fosse innocuo, visto che era rimasto per un secolo nei boschi della valle. In realtà la carica esplosiva era ancora efficiente. La deflagrazione improvvisa non gli ha lasciato scampo. Per lui non c’è stato nulla da fare; avrebbe pure cercato di uscire dal garage, ma si è accasciato a terra senza vita. La salma è stata portata nella camera mortuaria dell’ospedale di Esine. Fortunatamente non ci sono stati altri feriti. Sul posto, al civico 30 di via Stella, sono arrivati anche i carabinieri della Compagnia di Breno, i vigili del fuoco e, in serata, anche gli artificieri dell’esercito, inviati da Milano. È stato infatti necessario mettere in sicurezza l’area per la bonifica, per assicurarsi che la bomba non facesse altri danni.
Il garage ha riportato danni ingenti, mentre le abitazioni vicine sono state evacuate per consentire le verifiche sull’agibilità. In Val Camonica non è raro imbattersi in reperti di guerra. Soprattutto quando si tratta di ordigni, però, è assolutamente vietato toccarli, tanto meno portarli con sé. Al contrario, bisogna avvisare le forze dell’ordine perché transennino l’area in attesa dell’intervento degli artificieri. Eppure non è raro che la curiosità per questo tipo di oggetti pericolosi superi il buon senso. È di pochi giorni fa la notizia di un bambino di 11 anni che ha fatto il viaggio di ritorno dalle vacanze, da Mentone a Pavia, con un colpo da mortaio conservato nello zainetto, insieme alle conchiglie. Un souvenir che poteva rivelarsi fatale per il bambino, i familiari e i passeggeri del treno: gli artificieri lo hanno fatto esplodere, dopo che il padre lo ha trovato in casa solo tre giorni dopo.