Parla il padre del killer, “Noemi non seguita dalla famiglia, era pericolosa, gelosa e morbosa”

Parla in una lunga intervista a Quarto Grado il padre di Lucio. Suo figlio ha confessato l’omicidio della sua ex ragazza Noemi Durini ed ora è rinchiuso nel carcere di Cagliari.

Il padre di Lucio ha detto che: “Sono andato ai servizi sociali, mi sono inginocchiato e ho detto:’Mi aiuti a trovare una struttura dove mio figlio possa essere curato. Non mi hanno mai contattato. Lei era gelosa e morbosa. Ho cercato di salvarli tutti e due: sarebbe bastato che mi avessero ascoltato”.

L’uomo ha anche riferito di essere stato più volte ai servizi sociali: “Per chiedere come mai questa ragazza fosse sempre fuori di casa e non fosse seguita dalla famiglia. Mi sono inginocchiato e ho detto: ‘Mi aiuti a trovare una struttura dove chiudere mio figlio, in modo che venga curato. Se ne sono usciti con un ‘sarai contattato da un consultorio. Consultorio che non si è fatto mai vivo. Che questa ragazza fosse pericolosa per mio figlio me ne sono accorto quasi subito, perché era gelosa e morbosa. Me ne sono accorto  sin dai primi giorni, quando veniva accompagnata da un ragazzo di Casarano molto più grande di lei.«È pericolosa questa gente qua? a venire a casa a buttare molotov. I carabinieri lo avevano già detto: «Occhio! A causa di questa ragazza Lucio frequenta persone molto adulte… erano amici loro, amici delle loro famiglie. Non è vero che questa ragazza chiedesse il permesso per uscire di casa: usciva quando voleva. Tempo fa, poi, vengo a sapere che raccoglieva soldi per comprare una pistola e ammazzarci”.

Il padre di Lucio ha concluso: “Adesso siamo passati che la mia è una cattiva famiglia, che non seguivo mio figlio, e che Noemi invece era una brava ragazza. Ho pietà per lei. Per me era vittima della sua famiglia. Questa è la pura e sacrosanta verità. E quando ci sarà l’opportunità tirerò fuori vita morte e miracoli di questa famiglia. A Lucio non posso dire niente perché non ce l’ho più. Ho cercato di salvarli tutti e due: sarebbe bastato che mi avessero ascoltato».

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Lorenzo Costantino