Doveva presentarsi all’appuntamento con la moglie per festeggiare insieme con una cena la giornata di San Valentino ma era arrivato tardi, così la donna, furiosa per l’ennesimo ritardo, aveva iniziato ad accusarlo di tradimento. Per tutta risposta lui, messo alle strette e per giustificarsi, aveva deciso di portare la consorte sul luogo di un delitto appena compiuto, mostrandogli le tracce di sangue ancora fresche della vittima. L’incredibile storia scoperta ben 14 anni dopo quell’omicidio quando la donna , ormai ex moglie dell’uomo, ha deciso di raccontare tutto alla polizia facendo riaprire le indagini sul caso della morte del 26enne barese Rocco Sciannimanico
La donna aveva spiegato che la sera del 14 febbraio 2001 aveva aspettato il marito per due ore sotto casa per andare a cena insieme. Così al suo arrivo, intorno alle 22, sarebbe andata su tutte le furie litigando. Lui per giustificare il ritardo, infine, avrebbe deciso di dimostrarle che in realtà si trovava sul luogo di un delitto, portandola e sul posto e mostrandole il segno del cadavere ancora sull’asfalto.
“Lo aveva ucciso con due colpi di pistola per punirlo per un debito non pagato” ha rivelato la donna riferendo le parole del presunto omicida, aggiungendo: “Poi siamo andati a cena. Lui si comportava come se niente fosse mentre io ero terrorizzata”. La donna ha taciuto a lungo fino al 2015 quando ha deciso di raccontare tutto diventando testimone di giustizia. Ora quelle dichiarazioni e gli accertamenti della Dda barese hanno permesso al gup di Bari Roberto Oliveri del Castillo di condannare a vent’anni di reclusione il 50enne per omicidio volontario.