L’artigiano ha solo le sue mani, il suo lavoro, il suo mestiere per vivere: se perde quelle mani, il fisico e le forze vengono meno, perde tutto. È accaduto un idraulico feltrino, che due anni fa, ha scoperto di essere malato di sclerosi multipla. Da allora per lui e la sua famiglia è iniziato un incubo. Sì perché questa non è più, solo, la storia di un artigiano in crisi, schiacciato dalle tasse che perde la sua azienda. Questo, ormai, sembra quasi non fare più notizia. A tutto ciò, stavolta, si aggiunge anche il calvario di una malattia che ti toglie le forze per lavorare.
A raccontarla in una lettera-sfogo inviata al nostro giornale la moglie dell’idraulico 50enne: Anna T. «So che tanti sono in condizioni economiche difficili – dice – e a loro va tutta la mia comprensione. La classe media ormai sta scomparendo e l’agonia è terribile. Per questo io voglio raccontare come stiamo vivendo, quali sono le nostre condizioni e la lotta quotidiana. E pensare che speravamo, arrivati a 50 anni di età di risolvere i nostri problemi, avere una casa pagata e la prospettiva di una pensione. Invece mio marito a 50 anni si è ammalato di sclerosi multipla e con questa malattia hai l’unica prospettiva di ritrovarti su una sedia a rotelle, malgrado lui combatta con tutte le sue forze».
L’incubo inizia due anni fa circa. L’idraulico feltrino cerca di far fronte con tutte le sue forze alla crisi, quelle che ancora ha. Per questo va anche fuori regione per lavorare. Ma è proprio di ritorno da un viaggio in Lombardia che in autostrada, a Verona Sud, viene coinvolto, suo malgrado in un incidente stradale. Un tir straniero che si dà alla fuga lo schiaccia contro il guard rail, nel suo Berlingo: è allora che scopre o, comunque, si sveglia la malattia. Non riesce più a lavorare, a pagare i fornitori e tutte le scadenze, le tasse e i finanziamenti che ha in atto. Tutto va a rotoli, perché se un lavoratore autonomo, il precario per eccellenza, non lavora, non mangia.
L’idraulico feltrino viene finito dalle tasse e dai pignoramenti: addio al mezzo di lavoro, pignorati i conti bancari della ditta, segnalazioni Crif (il Sistema di Informazioni Creditizie), cartelle, e tasse richieste basate su studi di settore. «Capisco quelli che si ammazzano – dice disperata la moglie Anna -. Da due anni stiamo lottando contro tutto questo. Ha dovuto chiudere la ditta, perché non riesce più a fare l’idraulico. Io ho un lavoro part time, che mi consente di portare a casa 700 euro al mese, mio figlio di 24 anni è disoccupato e mia figlia lavora alcune ore e con i suoi soldi riusciamo a malapena a pagare le bollette».
«Lo Stato non ci aiuta, anzi ha inviato la richiesta di tasse per 8mila euro del 2013, basata su studi di settore. Mi vergogno di essere italiana». «Sono in una condizione – conclude Anna – che non so dove andrò a finire. Da luglio non siamo riusciti nemmeno a pagare le rate del mutuo di casa. L’Inps non dà la pensione a mio marito: per la commissione medica Inps lui può lavorare da seduto. Con l’iscrizione alle liste di collocamento gli hanno proposto uno stage sulle macchine di controllo numerico a 4 euro all’ora. Lo farà, ma è difficile essere ottimisti».