A rendere noto il licenziamento di Claudio, padre di due piccoli bambini e lavoratore per 11 anni presso l’Ikea di Bari è stata la Uiltucs, Unione italiana dei lavoratori dei settori turismo.
Il motivo, secondo sempre la Uiltucs, del licenziamento è stato che il lavoratore era in pausa ed è rientrato 5 minuti in ritardo.
Claudio lavorava in Ikea a Bari da 11 anni, dal giorno dell’apertura del megastore svedese.
Del licenziamento di Claudio ha parlato in una lunga intervista all’Huffpost Ivana Veronese, segretaria nazionale della Uiltucs: “Anche a Claudio, come alla mamma lavoratrice di Milano, va tutto il sostegno della Uiltucs che stiamo supportando, come Uiltucs, anche con lo sciopero unitario e le assemblee unitarie in corso ha tutte le ragioni. Così come Claudio il cui licenziamento è illegittimo, vergognoso. Entrambi i casi sono sintomatici di una situazione difficilmente sostenibile, in Ikea, che si sta aggravando sempre di più. E’ un clima molto pesante quello che si respira in Ikea ultimamente e i licenziamenti sono la punta di un Iceberg. Anche per questo motivo da una decina di giorni, insieme ai lavoratori dipendenti di Ikea Italia, abbiamo lanciato la campagna #CambiaIkea”.
Sul licenziamento di Claudio ha anche parlato il segretario regionale di Uiltucs Puglia, Giuseppe Zimmari: “Il provvedimento verso Claudio è eccessivo e sproporzionato. L’azienda non ha poi avanzato tutte le contestazioni, appena avvenivano i presunti ritardi nel rientro in servizio dalla pausa, ma ha atteso di sommarle. Per questo per noi è un licenziamento senza dubbio illegittimo e sarà impugnato a livello legale. Daremo battaglia dal punto di vista sindacale, non ci fermeremo. Dobbiamo affrontare senza esitazione casi come questo, casi sintomatici che sembrano il tipico esempio del ‘colpirne uno per educarne cento’ che rifiutiamo con forza”.