Scritte razziste contro una coppia che ha adottato un africano, la madre la colpa è solo di un uomo, Salvini
frasi razziste contro coppia che ha adottato senegalese. La madre: “Colpa anche di Salvini”
Nuovo attacco razzista a Melegnano, nel Milanese, sul muro del palazzo dove vivono Paolo Pozzi e Angela Bedoni, coppia che ha adottato Bakary Dandio, ragazzo senegalese di 21 anni arrivato in Italia da profugo e poi diventato una promessa dell’atletica. La scritta è stata scoperta lunedì, là dove la settimana scorsa ne erano comparse altre due, “Pagate per questi negri di merda” e “Italiani=merda”.
I carabinieri di San Donato Milanese hanno inviato tutte le carte alla Procura di Lodi, che ha aperto un fascicolo, e le indagini sono a tutto campo per capire la matrice del gesto e se ci sia dietro la stessa mano, come viene da pensare.
Movimenti, forze politiche e il mondo associativo hanno in programma una manifestazione anti-razzista di solidarietà a cui il Pd ha annunciato che aderirà. Il monito del sindaco Sala: “Che tutti condannino questo gesto”.
“La legge c’è, bisogna veramente farla rispettare. Quindi, non so se fare un appello alla magistratura ma mi pare veramente il momento in cui i dettami delle nostre leggi costituzionali sull’apologia di reato andrebbero fatte rispettare con estrema durezza”, tuona il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che attacca i “troppi proclami anche da parte della politica che aizzano un certo tipo di pancia nei cittadini. Io non posso che condannare.
Per me è anche più facile condannare, perché le mie posizioni sono chiare. Vediamo un po’ se lo condannano tutti. La condanna va bene ma bisogna veramente anche dare l’esempio. E credo che dall’esempio qualcosa può cambiare”. Lo sconforto della madre: colpa di Salvini “Quello che sta accadendo in tanti casi oggi in Italia è amplificato anche da politici come Salvini”.
Lo ha detto Angela Bedoni, mamma di Bakary, commentando le nuove scritte razziste comparse nel suo cortile a Melegnano. “Questo episodio è il primo del genere nella vita di mio figlio, ma forse perché clima di oggi non è il clima che si respirava tre anni fa. Il problema è che l’immigrazione non è un problema”, ha aggiunto.
“Bisogna non chiudere i porti, ma costruire ponti. Spero che a livello politico nazionale arrivi una condanna su quello che è successo a noi”, ha aggiunto la mamma di Bakary. “Il decreto sicurezza – osserva – oggi mette in difficoltà molte persone. Ed è anche una questione di cultura. È importante capire cosa è successo in Italia prima del ’45 e oggi”.