Una vicenda a dir poco discutibile quella che è accaduta a Torino in una scuola che tiene corsi serali.
Un professore era in classe e stava spiegando che voti aveva dato agli alunni. Ad un certo punto è entrato il preside che non ha condiviso come il professore stava impiegando il tempo e lo ha interrogato sul Decamerone.
Cosimo Scarinzi, che è il coordinatore della Cub Scuola ha raccontato cosa è accaduto: «Il preside entra durante l’ora di lezione mentre l’insegnante sta illustrando i voti agli studenti del corso serale, non gradisce la situazione e invita il docente a fare lezione. La lezione è sul Decamerone, il preside lo interroga sull’opera davanti alla classe e siccome la risposta non lo soddisfa, gli annuncia una convocazione in presidenza per il giorno seguente, delegittimandolo di fronte agli studenti».
Quando il giorno seguente il professore Davide Trotta si è presentato all’appuntamento ha ricevuto una contestazione di addebito.
Il preside ha così spiegato il suo punto di vista: «Il sottoscritto entrava per verificare l’attività scolastica e trovava la Sua Persona non intenta a svolgere lezione, ma a Suo dire a comunicare voti. Invitato ad iniziare l’attività didattica, iniziava a spiegare il Decamerone. Chiedevo di chiarire perché a così tanti secoli di distanza fosse utile studiare il Boccaccio; la Sua Persona, dopo aver dato due risposte assolutamente non convincenti basate sul pensiero “mercantile” e sullo stile della scrittura di Boccaccio, e sollecitato a dare una risposta a quanto richiesto dal sottoscritto, dichiarava che si rifiutava di dare risposte perché aveva già superato altri esami e concorsi, rendendo vana l’attività di vigilanza sulla qualità didattica di competenza del sottoscritto».
Il professore invece, ha detto: «Un’umiliazione. Gli studenti, persone di 25-30 anni, erano esterrefatti. Prima di uscire il preside mi si è avvicinato a pochi centimetri e ha intimato “Non faccia il furbo con me!”».