Qualche anno fa una giovane coppia veneziana trovò in un pacco di patatine fritte un topo morto. Il macabro ritrovamento destò parecchio clamore e due fidanzati decisero di rivolgersi alla magistratura.
Dopo anni si è svolto il processo che vedeva da una parte il legale dei due giovani e dall’altra il difensore della ditta produttrice delle patatine.
Alla fine è toccato a un giudice di Padova decidere sull’accaduto, La pubblica accusa aveva chiesto una pena pecuniaria alla ditta di 7 mila euro.
Ma a far decide per un verso diverso è stata la perizia di parte della difesa che per provare l’innocenza dei due proprietari della ditta produttrice di patatine ha fritto un topolino molto simile a quello ritrovato nella busta dalla coppia di fidanzatini.
Secondo l’esperimento fatto dai tecnici il topolino se fosse stato fritto durante la fase di produzione non si sarebbe ridotto in quelle condizioni.
In pratica il topolino era stato purtroppo fritto prima che le patatine fossero prodotte e non si sa come sia potuto finire in quel pacchetto.
Secondo il giudice il topo era stato inserito nella busta solo all’atto della chiusura della stessa e si è trattato di un vero e proprio atto di sabotaggio.
Così il giudice ha ritenuto innocenti i due proprietari della ditta di Padova produttrice di patatine fritte in busta.