Una mamma va al ristorante con la bambina autistica che inizia ad urlare, la reazione del proprietario del ristorante

Una mamma è andata al ristorante con la sua bambina autistica.

Durante la cena, ad un certo punto la bambina ha iniziata ad urlare e la mamma, nonostante i suoi tanti tentativi, non è riuscita a calmarla né a farla smettere.

Il proprietario del ristorante, Tony Posnanski, è stato avvicinato dagli altri clienti che gli hanno chiesto di intervenire in qualche modo perché la bambina stava disturbando la loro cena.

E allora il proprietario si è comportato nel modo che spiega lui stesso in un post che ha affidato ai social e che è diventato subito virale:   “Cara mamma del tavolo 9, questa sera ho ricevuto delle lamentele in merito al comportamento e alle urla della tua bambina.

Mi sono recato quindi al tuo tavolo, ma prima che potessi aprire bocca, tu che avevi visto gli altri clienti che ti indicavano, di getto mi hai chiesto che sapessi cosa voglia dire avere una figlia autistica.

Gestisco questo locale da 15 anni, a volte ho cucinato, altre ho lavato i piatti e in qualche occasione ho servito anche ai tavoli.

Negli anni ho ricevuto tantissime lamentele: l’hamburger troppo cotto o la Coca Cola sbagliata, ma mai mi era capitato di trovarmi in una situazione simile.

Cara mamma ti aspettavi un rimprovero, un cambio di tavolo, ma non ho fatto niente di tutto ciò

Ti ho chiesto invece se era tutto ok, se il pasto era di vostro gradimento e ho dato un 5 a tua figlia prima di portarti il conto.

16 dollari che per me significavano moltissimo, perché non so cosa significhi avere una bambina autistica, ma so cosa vuol dire essere un padre.

So quanto possa essere importante trascorrere più tempo con i propri bambini.

Ti ho scritto questo messaggio per ringraziare te e la tua bellissima bambina. Grazie per avermi regalato un bellissimo ricordo, il migliore negli ultimi miei 15 anni di lavoro.

Oggi ho imparato una lezione, ovvero che fare la cosa giusta non rende gli altri felici, ma le persone che ne hanno veramente bisogno.

Con affetto”.

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Emanuele Larocca