Un durissimo attacco quello di Stefano Bonaccini, governatore uscente della regione Emilia Romagna, nei confronti di Matteo Salvini.
In questi ultimi giorni Matteo Salvini sta girando in lungo e in largo l’Emilia Romagna per cercare di battere Stefano Bonaccini e il centrosinistra e far diventare nuovo governatore la senatrice Lucia Borgonzoni.
Bonaccini è stato a Forlì e ha tenuto un comizio in piazza durante il quale ha detto che: “Da una parte ci sono io, Bonaccini da Campogalliano. Dall’altra, Matteo Salvini, che viene da Milano, lavora a Roma e a Roma tornerà il 27 di gennaio, nonostante le sue promesse di stanzialità”.
Poi il governatore uscente emiliano ha parlato del duro attacco che sta ricevendo via social dallo staff della comunicazione di Matteo Salvini: “La sua cosiddetta ‘Bestia’ scatena bastonatori da tastiera sulle mie pagine social, con insulti e minacce. Come vittima, non è molto credibile, non lo sarà mai. Io invece vorrei un confronto civile. E soprattutto vorrei un confronto sull’Emilia-Romagna con la mia avversaria, Lucia Borgonzoni”.
Poi Stefano Bonaccini ha fatto una profezia: “Mi tocca Salvini, che un minuto dopo le elezioni sparirà con le sue promesse, come ha già fatto in tutte le altre regioni. Pazienza”.
Bonaccini ha parlato del Russiagate: “Lui sa bene che non troverà mai una sola mia dichiarazione sulle vicende giudiziarie, di chiunque, non solo delle sue. Salvini ha avuto la faccia tosta di polemizzare sull’autofinaziamento della mia campagna elettorale. Sono stato obbligato a ricordargli che è meglio ricevere volontariamente da tanti che possono donare pochi euro, piuttosto che usare illegittimamente i soldi degli italiani, 49 milioni, a essere precisi”.
Il governatore uscente ha voluto concludere il suo discorso con la seguente frase:“Sarò noioso, ma davvero credo che il futuro dell’Emilia-Romagna dipenda più da queste cose che dai problemi personali di Salvini. Una regione che merita di essere governata da chi la conosce e la ama. I nostri avversari l’hanno definita la pattumiera d’Italia, una terra di raccomandati da liberare dall’oppressione. Peccato solo che siamo la regione del Paese che da 5 anni cresce di più, che esporta di più, con la minor disoccupazione”.