Coronavirus a Bari, parla il professore di Rianimazione “Escludo che un rianimatore possa assumersi l’onere di negare assistenza a un paziente, o scegliere per età o patologie pregresse”
Ha fatto molto discutere un’intervista rilasciata da un componente dell’ordine degli anestetisti italiani nella quale si disse che i medici, se il virus continuasse a procedere così speditamente, sarebbero costretti a scegliere chi curare e chi no, per mancanza di posti in rianimazione.
Il Professor Rocco Giuliani, ordinario di Anestesia e Rianimazione dell’Università di Bari e docente di Medicina delle Maxi Emergenze ha così risposto, in una lunga intervista rilasciata a “La gazzetta del Mezzogiorno” su una possibilità del genere: “Non posso parlare della situazione degli ospedali del Nord, e tantomeno in questo momento molto difficile per chi deve salvare vite umane in carenza di risorse”.
Il Professore ha poi precisato che: “Tuttavia, facendo riferimento ai miei 35 anni di attività in Terapia Intensiva e all’Etica che ha sempre contraddistinto il lavoro in Rianimazione, escludo che un Rianimatore possa assumersi l’onere morale di negare assistenza ad un paziente, vuoi per la sua età avanzata che per le sue patologie concomitanti”.
Il docente ha spiegato quale potrebbe essere lo scenario in mancanza di posti in rianimazione: “Diversa è la situazione in condizioni di «stato di necessità». Può accadere che all’arrivo di due pazienti al Pronto soccorso il Rianimatore disponga di un solo posto in Rianimazione. In questi casi si procede utilizzando il posto disponibile per uno dei due e trasferendo ad altro ospedale l’altro paziente dopo averlo trattato. Va tuttavia segnalato che nelle situazioni attuali è molto complesso trasferire un paziente con CoViD-19. In questi casi si fa quello che si può, adeguando il supporto terapeutico alle risorse disponibili, come farebbe ogni buon padre di famiglia in carenze di risorse familiari. Si cerca comunque di dare il massimo «disponibile» a tutti, dando quello che può essere realmente utile a ciascuno. Mi creda, a volte si riesce a fare anche l’impossibile”.