Sembrava che la riforma dei test dei medicina dovesse essere approntata entro il 31 luglio come aveva pubblicamente dichiarato il ministro della pubblica istruzione Giannini.
Ma dalle ultime interviste rilasciate dalla titolare del dicastero della pubblica istruzione sembrerebbe che iniziano ad esserci molte perplessità sulla nuova riforma.
I motivi della quasi totale retromarcia del ministro della pubblica istruzione sono molteplici: il primo l’incapacità ricettiva degli atenei italiani che al momento già con il numero degli iscritti alla facoltà di medicina selezionati dai test sono sovraffollate con l’abolizione del numero chiuso vi sarebbe una vera e propria invasione di un numero di studenti 8 volte superiore a quello attuale e ci sarebbe il collasso delle università.
L’altro grosso motivo di ostacolo verso la riforma dei test è dato da come effettuare le selezioni.
Si era pensato al modello francese con la possibilità di effettuare la scrematura degli studenti iscritti all’università di medicina in due tranche la prima dopo il primo trimestre la seconda alla fine dell’anno scolastico ma sembra molto complicata da effettuarsi perché non si è ancora stabilito come effettuare materialmente la selezione stessa ed inoltre dopo un anno di frequentazione gli studenti rischiano di trovarsi non ammessi al secondo anno di medicina e di aver perso dodici mesi di studi.
Presto il mistero se i test saranno aboliti e di conseguenza anche il numero chiuso non esisterà più dovrà essere svelato dallo staff del ministro Giannini.
Intanto sembra imminente la pronuncia del Tar del Lazio sul ricorso proposto dalla Codacons per l’annullamento dei test di medicina 2014 in seguito alle numerose irregolarità avvenute il giorno delle prove.