Nella riunione di maggioranza che si terrà giovedì l’esecutivo cercherà di stabilire i correttivi del decreto del fare, che vertono sulla materia lavoro e sull’Iva.
Oltre ai punti sopra enunciati verrà trattato anche il tema Imu, anche se probabilmente non si giungerà ad una soluzione in tale sede, in quanto si pensa invece a una soluzione bifasica: la predisposizione di misure provvisorie nel 2013 e una riforma definitiva in seno alla legge di stabilità. In entrambi i casi occorre ricavare la copertura finanziaria per eliminare o ridurre la quota che doveva essere pagata sulla prima casa per il 2013 e che è stata oggetto di sospensione.
Tra le varie ipotesi di rimodulazione dell’imposta quella più probabile resta quella dell’aumento della detrazione per l’abitazione principale da 200 a 600 euro che poterebbe ad una esenzione Imu per circa l’85% dei contribuenti. La manovra costerebbe circa tre miliardi di euro che però potrebbero essere ridotti nel caso si giunga a disporre una detrazione inferiore ai 600 euro.
Il ministro dell’Economia Saccomanni è deciso nel trovare una soluzione in pieno accordo con tutte le forze politiche, non rinunciando al progetto di concludere la riforma prima dell’estate, anche se permangono notevoli difficoltà di ordine politico. A spingere per una soluzione rapida sono soprattutto i comuni che necessitano di certezze dal punto di vista delle risorse finanziarie disponibili.
Oltre all’ipotesi sopra enunciata di aumento della detrazione sulla prima casa, ve ne sono delle altre, come la possibilità di tener conto del numero dei componenti della famiglia, dei metri quadrati dell’immobile e dell’unificazione di vari tributi in un’unica tassa. Dovranno invece attendere il 2014 le aziende che contano di poter dedurre le imposte dirette del prelievo sugli immobili strumentali all’esercizio dell’impresa come capannoni e negozi.
L’esecutivo in questo momento è deciso ad intervenire su un’altra imposta, l’Iva, il cui aumento è stato oggetto del provvedimento di sospensione, ma che sarà inevitabile ad ottobre in assenza di altre misure. Per posticipare ancora l’aumento dell’Iva è necessario un miliardo di euro che potrebbe essere recuperato mediante tagli ai bilanci dei ministeri, che non riguarderanno però i settori del sociale, della scuola e delle innovazioni. In tal senso potrebbero essere smossi i fondi per la realizzazione di infrastrutture non utilizzabili in tempi brevi.
Se mediante tali modalità si riuscisse nell’intento di recuperare un miliardo al fine di spostare l’aumento dell’Iva a fine anno, potrebbero d’altra parte essere confermate le misure prese in precedenza per rinviare l’aumento fino ad ottobre e cioè l’incremento degli acconti sulle imposte dirette.
Nello stesso tempo l’esecutivo spera di avere una visione più completa e precisa in autunno, quando la situazione potrebbe essere migliorata dalla ripresa economica. Ad essere monitorate sono soprattutto le entrate: in tal senso il Dipartimento delle Finanze ha comunicato che per i primi cinque mesi dell’anno 2013 le entrate tributarie si attestano allo 0,1%, e in condizioni di assoluta stabilità, mentre quelle contributive hanno subito un decremento dell’1,2% dovuto soprattutto alle richiesti di pagamenti rateali.
Nel mese di giugno la situazione pare migliorata, ma per avere un quadro completo si attendono i risultati di luglio.