Sembra giunta alla fine la telenovela dei Quota 96 che per un mero errore di interpretazione dello staff dell’ex ministro del lavoro Elsa Fornero, che ha varato l’attuale riforma pensionistica, si sono trovati all’improvviso senza poter accedere alla pensione.
La categoria dei Quota 96 del comparto scuola, secondo l’ultimo censimento del Miur, che comprende insegnanti e personale ATA, è formata in totale da circa 4.000 lavoratori che attendono dal 1 settembre 2012 di andare in pensione.
La riforma Fornero ha equiparato la fine dell’anno scolastico al temine dell’anno solare.
Nella precedente riforma che è giusto che sia ai fini pensionistici per il personale della scuola l’anno scolastico terminava il 31 agosto di ogni anno e potevano accedere alla pensione tutti i lavoratori che avevano compiuto 60 anni e raggiunto i 36 anni.
Ma con la nuova riforma pensionistica questi lavoratori che aspettavano il 1 settembre del 2012 per andare in pensione si sono ritrovati nell’impossibilità di accederci.
Dopo tante illusioni sembra giunta l’ora della risoluzione del problema degli esodati della scuola grazie ad un emendamento presentato alla riforma della pubblica amministrazione che dovrebbe essere approvata dal parlamento entro luglio.
Ma la notizia positiva è che a detta del presidente della commissione bilancio della Camera, Onorevole Francesco Boccia, sono state trovate dal governo le coperture necessarie per far fronte alla spesa per l’approdo alla pensione dei Quota 96 e che dal 1 settembre 2014 sembra sempre più probabile che i 4.000 dipendenti statali del comparto scuola possano finalmente andare in pensione.
Sembra vicina anche la risoluzione del problema dei lavoratori precoci con il prestito pensionistico che il ministro del Lavoro Poletti dovrebbe presentare nella nuova legge di stabilità.
Il prestito pensionistico dovrebbe prevedere la possibilità di andare facoltativamente in pensione a tutti i lavoratori che hanno maturato il massimo dei contributi ed hanno raggiunto i 62 anni di età.
Per gli statali invece si attende l’approvazione della riforma della pubblica amministrazione che dovrebbe essere approvata entro il mese di luglio che prevede l’accesso alla pensioni per tutti i lavoratori che hanno raggiunto 42 anni e tre mesi di anzianità e per le lavoratrici con minimo 41 anni e tre mesi di contributi.