Massimo Giletti non si arrende e, nonostante la situazione che sta vivendo da qualche mese e cioè quella di vivere sotto scorta e di andare in giro con il giubbotto antiproiettile non gli vada affatto bene, sa che è un male necessario al quale deve sottostare.
Massimo Giletti e le inchieste scomode portate avanti a “Non è l’arena”
Massimo Giletti è un giornalista che non si piega davanti a nulla e ha avuto modo di dimostrarlo in più di un’occasione.
E’ sempre andato dritto al punto a prescindere da chi ha trovato sulla sua strada e non si è mai fatto intimorire da chichessia.
Però, qualche mese fa, è cambiato qualcosa e Giletti, suo malgrado ha dovuto sottostare a ciò che gli veniva imposto. Tutto è iniziato dalle sue inchieste scomode sulle scarcerazioni e sul DAB.
Infatti, dopo avere scoperchiato una realtà scomoda ha ricevuto delle minacce dal boss Filippo Graviano che si trova tutt’ora in carcere.
Da quel momento si è deciso per lui che era arrivato il momento di avere la scorta e di usare il giubbotto antiproiettile e, nonostante Giletti, abbia respinto fino all’ultimo questa idea, ora si è trovato costretto ad accettare.
Le dichiarazioni di Massimo Giletti sono molto forti.
Massimo Giletti, a proposito della situazione che sta vivendo in questo periodo e delle restrizione alla sua libertà ha detto: “Mi sento molto solo anche se la mia famiglia mi sostiene”. Massimo Giletti ha rilasciato un’intervista al settimanale DiPiù Tv in occasione della quale ha detto: “Penso ai tanti giornalisti sconosciuti che indagano sulla mafia e che sono ancora più in pericolo. Senza esitazioni vado avanti per la mia strada” e poi ha anche aggiunto: “Se tutti i miei colleghi avessero fatto la mia stessa battaglia, oggi non sarei sotto scorta”.
Massimo Giletti inizierà una nuova edizione de “Non è l’arena” domenica 27 settembre e certamente continuerà sempre con la stessa linea dura.