Le cosiddette app “freemium” di google play secondo la comunità Europea non possono essere definite gratuite è Google ieri si è adeguato ed è questa la succosa novità proveniente ieri dal il motore di ricerca più utilizzato al mondo.
Questi piccoli programmi che si scaricano gratuitamente da google play sono dei giochi facilissimi per i primi livelli da completare ma man mano che i livelli diventano sempre più alti diventano complicatissimi tanto che vi è bisogno di qualcuno che abbia una intelligenza artificiale per completarli.
Se non si riesce a terminare il gioco come accade quasi sempre per cercare di salire di livello superando i più ostici è possibile acquistare monete o gemme per riuscire a passare al livello successivo.
Ma la comunione europea che aveva da tempo nel mirino queste app definite “gratuite” ma nella realtà non lo sono ha ieri regolamentato anche questo tipo di settore.
La commissione di Bruxelles ha deciso di non classificare più gratuite le app “freemium” a tutela dei minorenni perché determinano acquisti in modo ingannevole.
Google si è subito adeguato tanto da variare le impostazioni dei pagamenti di queste app che non vengono più in modo automatico ma hanno bisogno del consenso, tranne se il possessore di smartphone o tablet non decida di inserire l’opzione di pagamento automatico.
Google si è adeguato ad una decisione presa lo scorso dicembre dalla comunità europea che prevedeva
Che i giochi che venivano inseriti come gratuiti non potevano avere in seguito dei costi, che gli stessi giochi non possono contenere delle pubblicità che possono persuadere i bambini ad acquistare un prodotto tramite i genitori, che gli utenti devono sapere in anticipo l’importo delle somme dovute per qualsiasi app e devono essere consapevoli che stanno per acquistare qualcosa.
Neelie Kroes il responsabile della comunità Europea dell’Agenzia Digitale ha rilasciato le seguenti dichiarazioni sull’argomento: “La Commissione è estremamente aperta all’innovazione nel settore delle app. Gli acquisti all’interno di applicazioni sono un modello commerciale legittimo, ma è essenziale che i realizzatori di app comprendano e rispettino la normativa dell’UE allorché sviluppano questi nuovi modelli commerciali”.
Apple sempre secondo Kroes “non ha finora prospettato soluzioni concrete e immediate per affrontare le preoccupazioni legate, in particolare, all’autorizzazione di pagamento”.
L’azienda ideata da Job ha al momento solo dichiarato di volersi adeguare ma al momento non ha reso noto quando e come.
App di seguito sul proprio sito ufficiale e ha pubblicato il seguente post: “Apple è orgogliosa di essere all’avanguardia nel controllo parentale, che è incredibilmente facile da utilizzare.Abbiamo anche creato una sezione per bambini su App Store con protezioni ancora più forti nelle applicazioni progettate per i bambini di età inferiore ai 13 anni (…) e stiamo aggiungendo nuove funzionalità con iOS 8, come ad esempio Chiedi prima di acquistare, dando ai genitori un controllo ancora più stretto su ciò che i loro figli possono comprare su App Store”.
Ora staremo a vedere cosa succederà di certo finalmente è una vera vittoria non trovarsi degli improvvisi addebiti per acquisti su internet di giochi o di altro mai effettuati.