Diritto all’oblio: Google pervenute 90 mila richieste, respinte la metà ed è polemica
Sono passati già due mesi da quando la Corte Europea ha sancito il diritto all’oblio a tutti gli utenti del vecchio continente che se vedono lesa la propria privacy hanno la possibilità di richiedere la rimozione del link contenente dati personali.
Il colosso di Mountain View, Google, il più grosso motore di ricerca al mondo non ha perso molto tempo ad adeguarsi mettendo a disposizione dell’utente un modello nel quale scrivere i dati anagrafici e indicare il motivo per il quale si richiede la cancellazione della notizia allegato copia di un documento d’identità.
Anche un altro motore di ricerca Bing ha messo a disposizione degli utenti un modello per richiesta della cancellazione di un link che può ledere in qualche maniera l’immagine di un privato o di un’azienda.
La sentenza della corte Europea risale al 13 maggio scorso e dopo due mesi e mezzo sono state 90 mila i moduli pervenuto a google.
Un numero impressionante che è stato analizzato da una apposita commissione costituita da google che ha potuto stabilire che la metà delle richieste pervenute sono valide notificando agli interessati la notizia della rimozione del link.
A Bruxelles nei giorni scorsi si è riunita una delegazione dei garanti della privacy con i massimi dirigenti di Google, Bing e Yahoo per fare il punto della situazione sul diritto dell’oblio.
I garanti delle privacy hanno chiesto delucidazioni a Google sul perché la rimozione dei link sta avvenendo solo in Europa e non in tutto il mondo ed anche delucidazioni di come il colosso di Mountain View stia rimuovendo i link notificando l’avvenuta rimozione ai diretti interessati.
Il Commissario irlandese per la protezione dei dati, Billy Hawkes ha rilasciato le seguenti dure dichiarazioni sul metodo di cancellazione e successiva notifica dei dati di Google: “Questa pratica creerebbe una sorta di effetto `boomerang´ riportando di fatto l’attenzione su temi sepolti”.
Nelle scorse settimane alcuni articoli di testate giornalistiche come The Guardian e Bbc sono scomparsi dai risultati di ricerca in Europa generando un dibattito in Rete. Nel frattempo è apparso un sito creato da un programmatore statunitense (hiddenfromgoogle.com) che raccoglie tutti i link rimossi per il diritto all’oblio”.
A Google sono arrivate le richieste soprattutto dalla Germania e dalla Francia seguite dalla Spagna ed infine dall’Italia.