Dopo le immagini che sono girate su social della festa dei trent’anni di Diletta Leotta festeggiati nella villa di famiglia a Catania, il popolo del web si è indignato per avere visto le ballerine vestite da candelabro.
La festa pare sia stata bellissima e tra gli invitati c’erano anche Elodie, Rossella Fiammingo e Daniele Battaglia.
Ma la polemica che si si è scatenata per le ragazze vestite in quel modo non accenna a placarsi e anche Alba Parietti si è scagliata contro quella scelta della Leotta definita “di cattivo gusto”.
Sul web si sono letti commenti del tipo: “Le donne lampadario a un compleanno di una donna nel 2021 per me sono degradanti”.
Ma c’è anche chi ha scritto: “Se sono persone pagate e facenti parte di una coreografia più ampia, non vedo lo scandalo, vedo solo voglia di parlare di un’insignificante festa di compleanno da parte dei soliti gossippari”.
E anche chi ha scritto: “Penso che ci siano emergenze più importanti in un momento di attualità come questo: “#DilettaLeotta nel bene e nel male in tendenza con quello che sta succedendo a migliaia di donne in Medioriente”.
Alba Parietti una furia contro Diletta Leotta
Alba Parietti, ieri sul quotidiano La Stampa ha scritto un articolo dal titolo: “Quel paralume è uno sfregio per tutte, Diletta legga un giornale”. E poi la Parietti, dopo aver definito la Leotta “una bravissima professionista”, ha detto che lei è libera di “presentarsi come vuole, nuda o in guêpière, libera di non mettere un vestito alla sua serietà”.
E poi: “Si vesta lei da candelabro, si presenti lei in quella dimensione”.
E, ancora: “Non credo che a nessuna donna possa piacere o sembrare dignitoso – anche se pagata – partecipare a una festa vestita da soprammobile. A meno che sia una rappresentazione artistica. E questa non lo era. Era solo cattivo gusto”.
E poi la Parietti ha fatto un collegamento con ciò che sta avvenendo in questi giorni in Afghanistan: “In questo momento tragico della Storia, non riesco a non piangere guardando le immagini delle donne afgane, lampi che risvegliano ogni centimetro della coscienza e invitano a spendere ogni parola per rivendicare la libertà delle donne di essere quello che vogliono essere, di amare, crescere e vestirsi come vogliono. Ogni gesto per le donne, ogni rappresentazione delle donne e delle altre donne, non può che essere guidato dal rispetto, da un invito alla dignità, dalla sorellanza“.
E ha continuato così: “Io vivo nuda. Con la libertà di poter essere ciò che sento. Credo che ognuno nella vita sia più felice quanto più assomiglia alla propria idea di sè stesso. Così ognuno può presentarsi come vuole, può essere Frida Khalo o Madonna, o come Jane Fonda che è stata Barbarella ma che, finita la storia con Ted Turner, è stata in grado fare il meglio da sola, combattendo battaglie importanti”.
E poi la Parietti ha ricordato alla Leotta il discorso che lei stessa aveva fatto a Sanremo: “aveva ricordato l’importanza di non trattare le donne come oggetti, ed è vero, solo che le cose bisogna capirle oltre che dirle”.
E infine ha concluso: “Apra qualche giornale ogni tanto, accenda la televisione e cerchi di capire come tutti gli altri, ora più che mai, ogni singolo individuo, come canta Fiorella Mannoia, «ha la sua parte in questa grande scena, ognuno ha i suoi diritti e ognuno ha la sua schiena, siamo il silenzio che resta dopo le parole, siamo la voce che può arrivare dove vuole, siamo il confine della nostra libertà, siamo noi l’umanità, siamo il diritto di cambiare e di ricominciare»”.
E poi ha concluso così: “un paralume in testa non è nulla di questo. Non fa neanche sorridere. È uno sfregio alle donne“.
Il fratello della Leotta spiega perché non c’è da fare polemica
Il fratello della Leotta, il chirurgo plastico Mirko Manola,è intervenuto in questa polemica e ha spiegato: “C’erano pochi amici ed era tutto tranquillo, onestamente non riesco a capire queste polemiche. Il balletto delle ragazze con il copricapo a forma di abat-jour faceva parte di una coreografia”.
E poi: “Non è stata nemmeno Diletta a decidere le coreografie, si è affidata all’agenzia, ma nessuno ci ha trovato niente di male. White and Shine era il dress code della festa, vedere delle ballerine con un copricapo da paralume non ha colpito nessuno. Peraltro, quello era un solo balletto di tanti altri, e c’erano pure ballerini, non solo donne. Hanno fatto performance sull’acqua, suonato il violino, cose diverse…”.
Infine, è intervenuto anche il titolare dell’agenzia che ha organizzato l’evento, Luca Melilli che, al Corriere della sera, ha detto: “Parola d’ordine era stupire. Facendo leva sull’effetto shining, abbiamo deciso di catapultare gli ospiti in una dimensione vagamente onirica e con effetti decisamente sparkling. L’esibizione delle ‘donne abat-jour’ era inserita all’interno di un disegno coreografico che ha animato tutti gli spazi della villa, dove erano presenti, acrobati e ballerine, per una serata dall’atmosfera felliniana“.