L’affinità delle persone o il pregiudizio dipende dalla geometria del viso
Una rivista anglosassone, la Proceedings of National of Science, si è occupata di un argomento davvero molto curioso.
La fonte è stata una ricerca portata avanti da due università della Gran Bretagna, quella di York e quella di Princeton che hanno capito che l’essere umano giudica il suo simile dall’espressione del viso.
Così i ricercatori hanno provveduto a studiare a fondo numerosissime fotografie che ritraevano persone asiatiche di età adulta.
Successivamente, queste persone sono state fatte rientrare in 65 categorie in base alle misure dei tratti somatici e cioè gli occhi, il naso, gli zigomi , la bocca, la mandibola ecc.
Divisi in tali categorie sono stati sottoposti al giudizio di persone che avevano il compito di qualificarli.
E’ risultato, così, che ciò che al primo incontro ognuno di noi valuta conoscendo una persona sono tre caratteristiche.
In base a queste caratteristiche giudichiamo i nostri simili e li consideriamo, fin da subito, piacevoli piuttosto che antipatici, capiamo subito se una persona gode di buona salute o, al contrario se non sta affatto bene. Questo è ciò che emerso da questo studio interessante ma , ci chiediamo quante volte dopo la prima sensazione cambiamo idea su di una persona conoscendola a fondo?
Gli studi che gli scienziati portano avanti sono molto interessanti e offrono spunti di riflessione davvero arguti ma la realtà e l’esperienza ci insegna che, spesso, questi studio sono contraddetti dalle emozioni che difficilmente potranno essere classificate perché la chimica che scatta nel momento della prima conoscenza resta qualcosa di davvero indecifrabile come l’alchimia che si crea tra due persone solo con il passare del tempo.