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Giancarlo Magalli prima scrive un post al veleno e poi dice: «Non volevo …»

Giancarlo Magalli, dopo aver lasciato la conduzione del programma quotidiano I fatti vostri che ha condotto per tantissimi anni e che ha trovato altri due conduttori in Salvo Sottile e Anna Falchi, si è lanciato in una nuova avventura, il quiz, con un programma che va in onda il pomeriggio: “Una parola di troppo”. Pareva che tutto filasse liscio, che dopo i primi giorni di assestamento si fosse trovato un bacino di pubblico che lo seguiva da casa sempre più numeroso fino a quando la trasmissione ha subito delle variazioni nella programmazione che hanno mandato fuori di testa il conduttore tanto che ha scritto un post al veleno sui social anche per informare il suo pubblico che la trasmissione non sarebbe andata in onda come al solito.

Il post di Magalli contro la programmazione saltata della trasmissione “Una parola di troppo”

Qualche giorno fa Magalli, dopo aver saputo che il suo programma non sarebbe andato in onda ogni giorno come previsto ma con una programmazione “a singhiozzo” per consentire le dirette con il palmento, sui social aveva scritto questo post che a tutti era parso un attacco alla Rai: “Non ho parole. Non ho mai visto in 40 anni una programmazione così schizofrenica. Scusate“.

Magalli chiarisce che non era un attacco alla Rai

Dopo quel post si è alzato un polverone e Magalli è stato accusato di aver attaccato la Rai ma lui, all’agenzia Adnkronos, ha chiarito: «non c’è alcun attacco alla Rai, ho solo fatto un post su Facebook per scusarmi con i tanti telespettatori che mi scrivono chiedendomi i motivi delle frequenti cancellazioni del programma. Qualcuno doveva pur farlo».

E, ancora: «È la solita vicenda che viene ingigantita, allargata, da vari siti che vogliono fare sensazionalismo. Non ho nulla contro la Rai, anzi. Invece di ‘schizofrenica’ avrei potuto dire ‘fantasiosa’ ma non sarebbe cambiato nulla».

E poi, ancora: “ ‘Una parola di troppo’ è un programma nato per andare in onda cinque giorni a settimana per 30 puntate, da ottobre a dicembre. Questo era l’accordo che avevo con il direttore di Rai2 Ludovico Di Meo».

E poi continua così: «Così avrebbe funzionato negli ascolti, perché è un programma che piace e che quando viene trasmesso con continuità, fa il 4%, uno share che in quella fascia oraria (dalle 17:15 alle 18:00 su Rai2) è molto buono. Poi però i giorni sono diventati quattro perché il venerdì ce l’hanno tolto per trasmettere un altro programma, poi diventano tre o due perché un giorno c’è il volley, un altro il calcio, un altro ancora la diretta dalla Camera o dal Senato. È chiaro che la Rai può decidere di mandare in onda quello che vuole, ma con queste continue sospensioni non si riesce a creare l’affezione che è alla base dei risultati di ascolto di un programma. E quindi la settimana successiva, quando torniamo in onda, partiamo dal 2 o 3%…».

Ma poi spiega anche che: “le 30 puntate si faranno tutte, avremo anche uno speciale Telethon, ma il programma avrebbe meritato di andare in onda con regolarità, senza tutte queste sospensioni per fare spazio ad altre cose, molte delle quali non si capisce perché non siano andate sui canali dedicati, senza togliere spazio a un programma che alla gente piace molto, per il quale ho ricevuto solo lodi, lo guardano tutti e giocano da casa in famiglia. Ecco perché ho fatto quel post, solo per scusarmi con i telespettatori. Poi alcuni siti lo hanno ‘sensazionalizzatò scrivendo che io attaccavo la Rai. Tutte fesserie, non attacco proprio nessuno. Ho solo evidenziato un problema di continuità della programmazione che un pò ci ha danneggiato».