Adriana Volpe in queste settimane è stata particolarmente attiva sui social e non solo, visto che ha rilasciato diverse interviste in vari programmi televisivi. L’ultima, nel salotto di Silvia Toffanin a Verissimo, dove ha avuto modo di parlare anche della sua vita privata e del suo ex marito. Proprio lui, Roberto Parli in queste ultime ore ha voluto in qualche modo rispondere alle accuse dell’ex moglie, soprattutto quelle che fanno riferimento a dei maltrattamenti, smentendo la versione della conduttrice. Ma cosa ha dichiarato Roberto?
L‘ex marito di Adriana Volpe, dopo aver ascoltato diverse dichiarazioni della stessa rilasciate in qualche intervista, ha voluto dire la sua. Nello specifico l’uomo ha smentito le accuse di maltrattamento avanzate dalla conduttrice e lo ha fatto attraverso il suo legale Laura Corbetta. «È con indignazione per ciò che ha letto dalle svariate testate giornalistiche che Roberto Parli smentisce tutte le gravi accuse mosse dalla moglie, soprattutto quelle riguardanti la figlia che, anzi, è sempre stata da questi protetta». Queste le parole di Laura, il legale dell’ex marito di Adriana che risulta ad oggi imputato per maltrattamenti in famiglia presso il Tribunale di Roma.
I due sono stati insieme per diversi anni e sono diventati genitori della piccola Giselle. Poi nel mese di giugno 2021 è arrivata la separazione, con tanto di guerra anche attraverso i social, tra i due. Il legale però sarebbe andato avanti, parlando di menzogne e scorrettezze da parte della stessa Adriana, che ha lanciato delle pesanti accuse nei confronti dell’ex marito senza alcun scrupolo.
Roberto contesta queste accuse e ribadisce di aver sempre provveduto al sostentamento in via esclusiva della famiglia, al pagamento di vacanze da sogno anche in località esclusive frequentate anche dalla stessa Adriana, sempre grazie a lui. «È del tutto condivisibile la preoccupazione di Roberto Parli circa le sorti della bambina che allo stato non può ancora vedere in quanto lontana dal suo ambiente famigliare da lei tanto amato». Con queste parole, il legale ha concluso il suo intervento.