Si torna a parlare di politica dopo due settimane di pausa estiva.
Al centro delle discussioni vi sono le modifiche all’attuale legge pensionistica, la riforma della giustizia e il bonus 80 euro.
Prossima priorità dell’esecutivo Renzi è senza ombra di dubbio la riforma della giustizia che dovrebbero essere varata nel prossimo imminente consiglio dei ministri del 29 agosto.
Altre due grandi priorità del governo sono il bonus 80 euro per le famiglie numerose ed apportare delle modifiche all’attuale legge pensionistica la riforma Fornero.
Per quanto riguarda il bonus degli 80 euro, prima di tutto bisogna trovare i fondi, per coprire i dieci miliardi necessari per garantire anche per l’anno prossimo il beneficio a i 10 milioni di lavoratori che hanno un reddito di 26 mila euro e una busta paga mensile di 1.500 euro.
L’intenzione del governo sarebbe di estendere il beneficio anche alle famiglie numerose seguendo un vero “quoziente per le famiglie” che non è altro che formare dei scaglioni in base a quanti figli a carico ha un nucleo familiare per poter usufruire del bonus di 80 euro.
La soluzione che potrebbe adottare l’esecutivo sarebbe questa: per le famiglie con due figli a carico dovrebbero percepire il bonus degli 80 euro i nuclei familiari con un massimo di 30 mila euro annui, mentre sale a 40 mila il limite per le famiglie con tre figli a carico e 50 mila per i nuclei familiari con quattro figli a carico.
La copertura totale, secondo lo staff del ministro dell’economia Pier Carlo Padoan, per riuscire ad allargare il bonus anche alle famiglie numerose ammonterebbe dai 300 a 400 milioni di euro all’anno.
Misura quindi fattibile anche perché i soldi necessari per la copertura del bonus di 80 euro potranno essere percepiti dalla spending review sulla spesa pubblica che si prevede per l’anno 2015 di più di 17 miliardi.
Stiamo parlando di ipotesi al vaglio degli esperti del ministero dell’economia e che poi saranno sottoposti all’esecutivo presieduto da Renzi e presentati nella prossima attesissima legge di stabilità.
Per quanto riguarda le pensioni il governo si trova di fronte al problema solo rimandato dei Quota 96 che si sono trovati ad un passo dalla pensione ma poi l’emendamento alla riforma della pubblica amministrazione è stato ritirato proprio dall’esecutivo Renzi per mancanza di copertura finanziaria.
Allo studio del ministro del lavoro Giuliano Poletti vi sono varie soluzioni tra le quali sembra sempre più prendere piede quella relativa al prestito pensionistico che consisterebbe nella possibilità di poter andare anticipatamente in pre-pensionamento ricevendo un assegno mensile pari alla pensione fino ad allora spettante decurtata dal 10 al 15%.
Il prestito pensionistico riguarderebbe tutti quei lavoratori che hanno compiuto il sessantaduesimo anno di età ed hanno raggiunto il massimo dei contributi.
Una volta ricevuta la pensione i lavoratori dovranno versare le somme ricevute come prestito pensionistico con una minima detrazione mensile.
Il prestito pensioni stico risolverebbe il problema riguardante i Quota 96 ed anche i lavoratori precoci che avendo iniziato a lavorare da giovanissimi da tempo hanno raggiunto il massimo dei contributi ma non il requisito anagrafico previsto dalla riforma Fornero.