Pierluigi Diaco è ancora al centro della polemica dopo quanto accaduto nei giorni scorsi a Bella Mà, il programma che lo stesso conduce e che va in onda su Rai 2 ogni pomeriggio. Il conduttore ad un certo punto della puntata, avrebbe infatti rimproverato un’anziana signora, la quale si sarebbe lasciata andare ad una frase poco carina, dicendo una parolaccia “che pa**e”. Insomma, il conduttore dopo aver sentito questa frase sarebbe subito intervenuto, rimproverando la signora e dicendo che nel suo programma di certo non ammette che si dicano parolacce.
Da quel momento è accaduto un vero e proprio putiferio, con Pierluigi che ha ricevuto degli attacchi da parte di tanti utenti del web, ma anche colleghi e personaggi noti del mondo della televisione. In molti hanno considerato il comportamento di Pierluigi esagerato e molti hanno anche fatto dell’ironia.
La signora Raffaella nelle scorse ore è tornata a scusarsi ed ha aggiunto di trovarsi molto bene con il conduttore. Proprio quest’ultimo, dopo il clamore che ne è venuto fuori da questa vicenda, ha voluto ancora replicare alle polemiche ed ha spiegato per quale motivo ha rimproverato la signora in diretta tv.“Io direi che è tutto molto semplice. Perché è molto bella l’idea di fare una televisione in cui è tutto pulito. Io penso questo, che le parolacce siano lente e che il vocabolario della lingua italiana e la civiltà siano rock. Ho usato una metafora di Adriano Celentano. Quindi se un ospite come la Zanicchi o la Parietti, si lascia andare, chi sono io per fermare un numero televisivo? Però quello è un discorso diverso”. Queste le parole del conduttore che ha tentato di giustificarsi.
Diaco però non si è limitato a questo, ma sarebbe andato oltre con il suo sfogo. “Invece siccome noi siamo una famiglia, e piano, piano, piano, un passo alla volta stiamo cercando di costruire un programma dal sapore antico. Quindi è bene che anche il vocabolario sia antico. Quindi cara Raffaella la prossima volta diciamo ‘che scatole, che scatole, che scatole’. Questo è il mio pensiero”.