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Alberto Angela da brividi: “Con “Noos” riprendo da dove mio papà Piero si è fermato»

Alberto Angela, da giovedì 29 giugno ha ricominciato ad andare in onda in prima serata su Raiuno con un programma che, a tutti gli effetti, ha preso il posto di quello del suo papà, PieroSuperquark”.

Alberto Angela, infatti, ha iniziato la conduzione di “Noos – L’avventura della conoscenza” e si è raccontato rilasciando una bellissima intervista al settimanale Tv sorrisi e canzoni. Vediamo cosa ha detto.

Alberto Angela spiega il significato del titolo del suo programma

Alla domanda diretta del giornalista sul perché di quel titolo lui ha spiegato: «Si dice “nos”, è una forma arcaica di “nous” che in greco antico significa intelletto, conoscenza, quello che ti permette di scoprire le cose. Viaggiare con l’intelletto automaticamente porta alla conoscenza e al sapere. Quando cercavo il nome più adatto, ho pensato al programma “Viaggio nel cosmo”, che abbiamo realizzato nel 1998. Lì mio padre viaggiava tra i pianeti a bordo di un’astronave che si chiamava, appunto, “Noos”».

E poi Alberto Angela ha spiegato il perché questo programma per lui è particolarmente importante: «Proseguiamo da dove mio padre Piero si è fermato. Ed è molto bello. Il gruppo di lavoro è lo stesso, arricchito da chi mi ha accompagnato in altri programmi. È il meglio di quello che potevamo mettere nella divulgazione: c’è entusiasmo, concentrazione e affetto, sia per la formula sia per il tipo di programma. C’è grande coinvolgimento da parte dei colleghi e dei collaboratori, e spero anche del pubblico».

Alberto Angela: “Porto avanti lo stesso tipo di divulgazione che faceva mio padre”

Alberto Angela ha poi svelato che lui si muove sulla stessa scia del padre  e che prova a portare avanti lo stesso tipo di divulgazione scientifica che faceva il padre e cioè rigorosa e autorevole: “Bisogna proseguire con il suo medesimo rigore. Cerchiamo di portare avanti la sua stessa autorevolezza, limpidezza, e intensa e coinvolgente divulgazione. Continuiamo sulla stessa rotta”.

E poi tiene a precisare: “Chiaramente è stata fatta la scelta di non usare il nome “Superquark”, che era una creatura di papà. Io proseguo con un veliero diverso, ma con lo stesso equipaggio. Inoltre, nessuno mi ha chiesto di farlo. Quando è mancato mio papà avevo tante cose in testa, di certo non questa, ma con il passare dei mesi ho capito che non era giusto lasciare ferma la voglia di spiegare la scienza e la cultura”.