Ormai è cosa sicura che Flavio Insinna, che per tanti anni è stato al timone del programma serale di Rai 1, pre telegiornale l’Eredità, dalla prossima stagione non sarà più il conduttore. Già da qualche mese fa si considerava il nome del prossimo conduttore, l’attore e comino Pino Insegno che già in passato si è cimentato con la conduzione di altri programmi televisivi sempre per la Rai
Dopo tante voci e illazioni, Flavio Insinna ha rotto il silenzio e ha rilasciato alcune dichiarazioni. Vediamo cosa ha detto.
Flavio Insinna: “Non condurrò più l’Eredità? Non dipende da noi”
Flavio Insinna, in occasione di una intervista rilasciata al settimanale NuovoTv, ha detto cosa ne pensa della mancata riconferma, per la prossima stagione, nel programma l’Eredità: “Tra una pausa ed un’altra il mio maestro Gigi Proietti diceva, ‘Il mestiere ve lo insegno ma, se le cose non vanno bene e non sapete gestire il cambio di rotta e di vita, ricordatevi che può lasciare infelici.’ Il successo va e viene ma non dipende solo da noi, per questo mi considero soltanto un uomo fortunato.”
Flavio Insinna racconta molto anche del suo passato
Poi, Flavio Insinna è tornato indietro nel tempo e ha raccontato quando la sua vita, lavorativamente parlando, è cambiata: “Quando ho avuto il mio primo ruolo importante in Don Matteo. E ora vi spiego come ci sono arrivato. Partecipai al Maurizio Costanzo Show al posto di Rocco Papaleo”.
Poi, continuando nel racconto, ha spiegato che in platea quella sera c’era lo sceneggiatore e regista Enrico Oldoini, che decise di dargli un ruolo in Dio Vede e Provvede e poi, a seguire, in Don Matteo.
Flavio Insinna, alla fine dell’ultima puntata de L’Eredità ha voluto ringraziare il suo pubblico e non sono mancati momenti di commozione: «Ringraziare non è un obbligo, è un obbligo dell’anima e del cuore». E poi ha proseguito: «Voi vedete me, ma siamo mille qua. È stata una cavalcata straordinaria anche questa stagione. Vorrei solo dirvi, sembra mille anni fa, i Mondiali di calcio, le puntate medie, lunghe, corte, storte, i rigori: voi c’eravate sempre. La guerra, che c’è ancora, e voi c’eravate. Emergenze di tutti i tipi, la vostra generosità e voi ci siete stati e ci siete sempre. Ringrazio tutte e tutti quelli che rendono possibile L’Eredità». E, infine ha detto così: «Se mi dovessero chiedere la mia eredità siete voi, la vostra voglia di essere qua sempre, con la pioggia e col sole, ritrovarsi qua, l’appartenenza, l’amicizia, la voglia di giocare tutti insieme. Se mi dovessero chiedere “ma qual è la tua eredità?” è quella frase là, quella bellissima: “Flavio, tu ceni a casa mia”. Grazie, grazie, grazie, davvero, con tutto il cuore. Grazie, voi cenate nel mio cuore, io a casa vostra. Grazie».