Clamoroso Tiziano Renzi, padre del premier indagato per bancarotta fraudolenta
Una notizia che ha spiazzato tutti tanto che ieri è stata una delle più viste sul web.
Tiziano Renzi, padre del premier Matteo Renzi, risulta essere indagato per bancarotta fraudolenta.
La notizia è trapelata dal tribunale di Genova che da tempo sta indagando sul fallimento di un’azienda che distribuiva giornali la Chil post di proprietà di Tiziano Renzi.
Sembrerebbe che la notifica dell’avviso di garanzia sia stato notificato a Tiziano Renzi tre giorni fa e solo ieri è diventata di dominio pubblico suscitando scalpore nell’opinione pubblica.
Oltre a Tiziano Renzi sono indagate nel fallimento altre due persone.
Il padre del premier, che è impegnato anche lui in politica, ha deciso di dimettersi da segretario del partito Democratico di Rignano dell’Arno un paesino alle porte di Firenze.
Dimissioni accettate dal direttivo del Pd del paese.
Tiziano Renzi ha così commentato la notizia di essere indagato per bancarotta fraudolenta: “Sono indagato non posso parlare” ed annuncia che prossimamente ci sarà un suo comunicato stampa.
Alla domanda rivolta da un giornalista se era preoccupato o meno il papà del premier ha risposto così: “Sono un indagato, non posso parlare. No anzi, sono molto preoccupato. Così preoccupato che non ho ancora nominato un avvocato”.
La procura ha chiesto un proroga per portare a termine le indagini e nel frattempo ha inviato l’avviso di garanzia al padre di Renzi ed altre due persone.
La procura di Genova ha iniziato ad indagare da quando la Chil post è stata dichiarata nel 2013.
Le indagini sono state condotte dal procuratore aggiunto Nicola Piacente e dal sostituto procuratore Marco Airoldi.
Le indagini si stanno svolgendo a Genova perché la sede della società Chil Post fu trasferita nel 2006 dalla Toscana nella città ligure in un primo momento domiciliata in Via Fieschi ed in seguito nella Galleria Mazzini.
In seguito ad una causa intentata dal proprietario del locale di Via Feschi la Chil Post fu condannata a sborsare 8 mila euro come risarcimento danni per non aver pagato gli ultimi tre mesi di affitto.
Nel 2010 Tiziano Renzi trasferì un ramo d’azienda ad un’altra ditta di famiglia che lavora sempre nello stesso settore della distribuzione dei giornali che è la Eventi 6 srl che aveva sede a Rignano sull’Arno a Firenze mentre la restante parte della società fu venduta Gian Franco Masone un uomo ligure che abita a Varrazze.
Nel 2013 la Chil Pst fu dichiarata fallita e dal quel momento i giudici di Genova hanno iniziato ad indagare sull’azienda che era stata di proprietà del padre di Matteo Renzi.
Sempre nel 2013 un dipendente intentò una causa contro la Chil Post perché non gli erano stati versati i contributi perché lavorava a nero.
La Chil Post fu condannata dal giudice del lavoro a risarcire all’ex dipendente la cospicua somma di 90 mila euro.
Il dipendente aveva lavorato dal 2006 al 2012 nell’azienda del papà di Renzi a nero prestando il suo servizio di distribuzione di giornali da mezzanotte fino alle prime ore dell’alba.
Ora bisogna attendere il proseguo delle indagini che stabiliranno se rinviare a giudizio o meno Tiziano Renzi padre del premier.
Matteo Renzi sembrerebbe, che prima di diventare presidente della provincia di Firenze, abbia lavorato presso l’azienda del padre essendoci dei contributi figurativi versati a suo nome per 9 anni.
Al momento Matteo Renzi non ha rilasciato nessuna dichiarazione sulla notizia.