Sfuggono a sequestro grazie a un SMS: il coraggio di due minorenni a Pescara
Due minorenni a Pescara sono sfuggiti a un sequestro grazie all’intervento della polizia, allertata da un SMS inviato da uno degli ostaggi al padre.
A Pescara, due minorenni hanno vissuto momenti di terrore quando un gruppo di ragazzi li ha fermati mentre tornavano da una serata fuori. Erano le 2:30 di notte quando due dei ragazzi si sono avvicinati con fare minaccioso, impugnando un coltello a serramanico per intimidire i due giovani nella minicar. Uno dei minorenni, diciassettenne, è finito nel portabagagli, mentre il sedicenne è rimasto schiacciato all’interno dell’abitacolo. I due aggressori hanno iniziato a girare per la città senza una destinazione chiara.
L’ingegnoso piano di fuga
Nonostante il terrore e l’incertezza, il diciassettenne rinchiuso nel portabagagli ha dimostrato straordinaria presenza di spirito. Riuscendo a tenere il cellulare con sé, ha inviato messaggi silenziosi al padre, spiegando la situazione critica in cui si trovava. Il padre, ricevuti i messaggi, ha immediatamente chiamato il 113, fornendo le informazioni ricevute sul percorso della minicar. Il diciassettenne ha continuato a inviare aggiornamenti sulla loro posizione, permettendo alle forze dell’ordine di iniziare un inseguimento coordinato.
Il salvataggio e l’arresto
Grazie alla collaborazione tra il padre del ragazzo, la centrale operativa e le volanti della polizia, guidate dal dirigente Pierpaolo Varrasso, la minicar è stata localizzata e bloccata nei pressi dell’area di risulta. Al momento del salvataggio, uno dei due aggressori era già sceso dalla macchina, mentre l’altro è stato trovato alla guida con il coltello a serramanico. La polizia ha recuperato l’arma e arrestato il diciottenne alla guida, accusato di sequestro di persona in concorso e minaccia aggravata. Grazie al coraggio e all’intelligenza del diciassettenne, sia lui che il suo amico sono stati liberati sani e salvi. Gli investigatori stanno ora lavorando per individuare il secondo rapitore, con l’aiuto delle testimonianze e delle riprese delle telecamere di sorveglianza lungo il percorso.